Il gup di Catanzaro Antonio Battaglia, ha condannato a pene comprese tra i 17 e i 4 anni di reclusione, i 12 imputati coinvolti nel processo con rito abbreviato scaturito dall'inchiesta "Aesontium" della Dda di Catanzaro. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, furto di armi, detenzione e porto abusivo di armi, estorsione e ricettazione.

Un contesto caratterizzato, secondo l'accusa, dalla presenza di due gruppi di etnia rom - uno riconducibile ai "Muntanaro" e l'altro ai "Diddi" - spesso in conflitto e in competizione tra di loro ma capaci anche di allearsi e di collaborare quando uno dei due viveva un momento di difficoltà, dando vita a quella che gli investigatori hanno definito «una vera e propria sinergia delinquenziale». Le due consorterie avevano due canali di approvvigionamento della droga: il primo "tradizionale", proveniente da soggetti legati alle cosche del versante ionico catanzarese; il secondo proveniente dalla Puglia e gestito da albanesi.

Il gup ha condannato Marco Bevilacqua a 17 anni di reclusione; Fabio Bevilacqua a 18 anni e 6 mesi; Gianluca Bevilacqua a 16 anni e 4 mesi; Francesca Martelli a 16 anni e 8 mesi; Cosimo Bevilacqua a 7 anni e 8 mesi; Silvana Vecceloque Pereloque a 8 anni e 4 mesi; Isa Garuja a 6 anni e 8 mesi; Donato Bevilacqua a 16 anni; Francesco Bevilacqua a 6 anni e 6 mesi; Stefano Bevilacqua a 4 anni, 6 mesi e 24mila euro di multa; Giuliano Bevilacqua, 4 anni e 20mila euro di multa; Alfredo Benassai a 4 anni, 2 mesi, 20 giorni e 22mila euro di multa.