Sacchetti di spazzatura abbandonati in tutta la zona e appesi anche al cancello d’ingresso della storica abitazione del Patrono di Calabria. I frati minimi hanno chiesto all'amministrazione comunale di pulire l'area, ma non basta
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A Paola, sulla costa tirrenica cosentina, la casa natale di San Francesco, Patrono della Calabria, è diventata simbolo di un degrado che offusca il decoro urbano e il rispetto per i luoghi sacri. Sacchi di immondizia abbandonati e appesi al cancello d’ingresso della storica dimora rivelano una situazione allarmante nella parte antica della città.
La problematica non si limita solo alla casa natale del Santo. L'area oltre l’Arco tra Piazza IV Novembre e Piazza del Popolo è diventata una zona franca per comportamenti incivili, alimentati dalla movida serale e notturna. Schiamazzi, atti di vandalismo e mancanza di rispetto per le aree sacre e memoriali dedicati a giovani scomparsi prematuramente sono all’ordine del giorno. Questi atteggiamenti mostrano come molti frequentatori trattino gli spazi pubblici come terre di nessuno, dove la legge e il rispetto vengono ignorati.
La comunità dei Frati Minimi, profondamente turbata da questa situazione, ha chiesto all’amministrazione comunale un intervento urgente per ripulire l’area. Tuttavia, come sottolineano i frati, la semplice pulizia non risolve il problema. È necessaria una riflessione più profonda sugli aspetti etici e morali di quanto sta accadendo, per offrire alternative a chi continua a comportarsi in modo incivile.
In un post sulla pagina Facebook ufficiale del Santuario paolano, i frati hanno espresso la loro preoccupazione con un messaggio diretto e potente: «San Francesco di Paola oggi ti dice: “Mondate la vostra coscienza; smettetela con i vostri peccati”». Un appello forte e chiaro alla responsabilità individuale e comunitaria.
Ora l'appello è nelle mani dell'amministrazione comunale e della cittadinanza tutta. È il momento di agire, non solo per ripristinare la pulizia, ma anche per restituire dignità e rispetto a questi luoghi. San Francesco di Paola, simbolo di spiritualità e rigore morale, non merita di vedere la sua casa natale vittima dell’inciviltà. Questo episodio può diventare il punto di partenza per un cambiamento duraturo, basato sull'educazione e il senso civico, per ridare a Paola la sua bellezza e la sua anima sacra.
Degrado, il grido di dolore dei Frati Minimi
«Carissimi amici, come esiste una cura del creato attraverso una corretta salvaguardia delle bellezze naturali e paesaggistiche che ci circondano, così è nostro dovere attuare una sana ecologia che possa mirare a custodire, valorizzare e salvaguardare i nostri luoghi più belli e importanti che la storia ci ha consegnato. Papa Francesco ci ricorda nell’Enciclica Laudato sii (n. 143) che «Insieme al patrimonio naturale, vi è un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato. È parte dell’identità comune di un luogo e base per costruire una città abitabile. Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale. Perciò l’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio». (Laudato sii, 143)». È quanto scrivono in un post sulla pagina ufficiale del Santuario di San Francesco di Paola i Frati Minimi.
«Andare a depositare i propri rifiuti dinanzi la Casa natale di San Francesco ci pare sia proprio in contrasto con una corretta valorizzazione dei luoghi del nostro Santo e con i luoghi deputati all'accoglienza di tanti pellegrini che giungono in Città da tutto il mondo! Grazie a coloro che invece di distruggere - concludono i Frati Minimi - costruiscono, nel silenzio e con buona volontà!»