L’esponente del M5s si rivolge a Lamorgese chiedendo che venga revocato il provvedimento della questura. Intanto i due sindacalisti incassano la solidarietà di Zerocalcare e del consigliere di maggioranza Penna
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Si arricchisce di nuovi elementi la vicenda relativa ai due sindacalisti dell’Usb e attivisti sociali per i quali la Questura di Cosenza ha chiesto la sorveglianza speciale. A spendersi nuovamente per conto loro è la parlamentare del Movimento Cinque Stelle, già sottosegretario ai Beni culturali, Anna Laura Orrico. Ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
Orrico: «Che tipo di agibilità democratica c’è a Cosenza?»
«Vorrei capire - dice Orrico - e perciò mi appello al Ministro, che tipo di agibilità democratica vige in città, se, cioè, le prerogative costituzionalmente garantite di attività politica e sindacale, se i diritti civili e se il dissenso sono divenuti dei privilegi riservati a pochi fortunati oppure se è ancora possibile goderne ed esercitarli liberamente. Non credo che in una terra piagata dalla criminalità organizzata, dai diritti negati, e talvolta calpestati, possano essere additati fra chi denuncia pubblicamente le terribili condizioni in cui i calabresi vivono e le relative responsabilità politiche». L’esponente del M5s descrive Simone Guglielmelli e Jessica Cosenza come «impegnati da anni a difesa del diritto alla salute, del diritto all'abitare, alla parità di genere ed in difesa dei beni comuni e dei soggetti più fragili ed emarginati».
La caricatura di Zarocalcare
Nei giorni scorsi i due attivisti hanno partecipato ad un forum nella redazione di Cosenza Channel. Hanno espresso il loro rammarico per la richiesta di sorveglianza ed evidenziato quanto sia importante la solidarietà del mondo della politica, dell’associazionismo e dei liberi cittadini. Di recente anche Michele Rech, noto al grande pubblico come Zerocalcare, ha dedicato loro un disegno a supporto delle loro lotte invitandoli a non mollare. «La vicenda - chiude Orrico - ha generato un moto di indignazione nell'opinione pubblica, nella società civile calabrese, nelle università e nelle istituzioni locali. Per tutte queste ragioni ho chiesto al ministro dell’Interno se queste misure di prevenzione, che comportano gravissime restrizioni della libertà personale, pregiudizievole per le attività di studio e lavoro dei destinatari, solitamente riservate ai mafiosi, non debbano essere revocate».
Chiara Penna: «Garantire libertà di espressione»
Anche dal Comune di Cosenza, nel frattempo, continuano gli interventi che riguardano la posizione dei due sindacalisti dell’Usb. Chiara Penna, consigliere di maggioranza e presidente della Commissione Istruzione e Legalità ha rimarcato «la imprescindibile necessità di tutelare la libertà di manifestazione di pensiero, nonché la libertà di esprimere il proprio dissenso in modo pacifico, soprattutto quando lo scopo è quello di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni su questioni e problematiche che riguardano zone degradate e persone vulnerabili». Ha quindi auspicato che «si possa chiarire la posizione dei ragazzi e che il Tribunale di Sorveglianza operi una valutazione adeguata e globale della loro personalità».