Dal buio di un brutto incidente stradale in moto alla luce della vita, grazie alla professionalità dei medici che l’hanno preso in cura. Le parole sono quelle di un centauro vibonese che attraverso la nostra testata intende ringraziare pubblicamente quanti – fra medici ed operatori sanitari dell’ospedale di Vibo – si sono prodigati per lui strappandolo alla morte e poi seguendolo passo-passo per una pronta guarigione.

Una lettera di ringraziamento che qui di seguito pubblichiamo:

«Succede un giorno di domenica, ero in moto, con dei miei amici cari, ad un tratto mi trovo a terra, mi si chiudono gli occhi ma non vedo buio e nero ma un bianco intenso, le voci dei miei amici, il sangue, l’incoscienza, l’autombulanza. Ero sulla strada statale per Pizzo Calabro all’altezza del Nautico. La prontezza dei miei amici, la velocità dell’autombulanza, l’accoglienza nel pronto soccorso, le prime e veloci diagnosi. Pochi minuti di ritardo ed avremmo celebrato il mio funerale. Invece in questa Calabria così malandata, in una delle province più povere d’Italia e con problemi enormi, uno staff medico eccellente ed un primario che lascia il proprio giardino domenicale per coltivare non solo gli hobby ma la nostra cultura agricola millenaria, individuano subito il problema, mi operano nel giro di poche ore e mi coccolano per tutto il periodo post operatorio. Ecco, questa è la Calabria che mi piace ed è giusto da parte mia sottolineare la qualità del funzionamento delle strutture sanitarie che vengono portate avanti da donne e uomini di grande spessore umano e professionale.

Non posso che ringraziare il primario Francesco Zappia della chirurgia generale dell’ospedale di Vibo Valentia e i suoi splendidi medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che mi hanno salvato la vita e mi hanno permesso di scrivere queste parole sentite con tutto il mio cuore e il mio affetto di riconoscenza.

Certo, sentir parlare ogni giorno di malasanità e di diffusa disorganizzazione in una delle regioni italiane tra le più martoriate, ti fa presagire catastrofi nel momento del bisogno, però oggi posso affermare, in quanto persona coinvolta direttamente, che ci sono donne e uomini, professionisti della sanità pubblica così preparati e appassionati del proprio lavoro, e oso dire della propria missione, che è un dovere scrivere queste parole perchè questa Calabria merita di partire da questi esempi per determinare una maggiore e migliore qualità della vita e un motivo per pensare che possiamo ambire ad avere un futuro più luminoso di quanto possiamo immaginare. Grazie di cuore».