Gli avvocati dell'amministratore delegato Crispino e della moglie Scornaienchi: «Dimostrato che le acque reflue venivano trattate dal depuratore e non erano sversate direttamente nel fiume Petrara»
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Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha annullato il sequestro preventivo disposto dal gip lo scorso gennaio dopo le indagini per inquinamento ambientale che hanno riguardato la casa di cura Villa Aurora. A darne notizia, gli avvocati Paolo Perrone e Adolfo Cavaliere: «In sede di riesame cadono le accuse principali, dissequestrate le quote relative a due società e a una clinica». «Secondo l’originaria accusa - scrivono in una nota - la clinica Villa Aurora Hospital avrebbe sversato le acque reflue della clinica direttamente nel fiume Petrara provocando inquinamento della fauna marina ed in particolare della specie Daphinia».
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L'inchiesta vede quattro indagati: l'amministratore delegato della casa di cura Giorgio Crispino, di 60 anni, di Cosenza, sua moglie Bruna Scornaienchi (60), di Cosenza, il responsabile amministrativo Maria Grazia Germanò (65), di Reggio Calabria, e il direttore sanitario Gaetano Topa. Le accuse nei loro confronti, secondo i due avvocati di Crispino e Scornaienchi, in sede di riesame «si sono rivelate inconsistenti».
«Il collegio difensivo - prosegue la nota - ha avuto modo di dimostrare che non solo la amministrazione della società aveva dato incarico di effettuare i lavori di adeguamento dello scarico delle acque reflue, ma anche che l’amministrazione comunale di Reggio Calabria aveva completato le opere di immissione di dette acque nella rete fognaria comunale. Pertanto le acque venivano trattate a valle dal depuratore cittadino. Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha quindi disposto il dissequestro delle quote azionarie relative a due società e a una clinica con sede a Roma sempre riconducibili in termini di proprietà e gestione allo stesso gruppo. Per le altre ipotesi residuali, la difesa esprime ottimismo e ritiene di riuscire a dimostrare, al più presto, la infondatezza delle stesse».