L’ex presidente della Giunta regionale definisce la nuova inchiesta una «bomba a orologeria» e considera falsi sia il presupposto che l’affermazione dell’accusa nei suoi confronti: «In questi anni per me solo assoluzioni»
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Riceviamo e pubblichiamo da Mario Oliverio, già presidente della Giunta regionale della Calabria.
Ancora una volta, come bomba ad orologeria, deflagra una "nuova" indagine della Procura Dda di Catanzaro, già retta dal Gratteri, tacciata nei miei confronti di "chiaro pregiudizio accusatorio" dalla Suprema Corte di Cassazione.
Questo pregiudizio mi perseguita da più anni ormai e, non pago di ricevere assoluzioni su assoluzioni, proscioglimenti e decreti di archiviazione, per tenere desto l'interesse su di me, a distanza di bene sei anni dai fatti, notifica una nuova indagine. Che sia abnorme la contestazione nei miei confronti, unica peraltro, inserita in un contesto che riguarda decine e decine di contestazioni ad altre persone, lo evidenzia la lettura del capo di imputazione. Avrei istigato un dirigente al fine di un anno di proroga di contratto di 2 (due) co.co.co.!
Falso presupposto e falsa affermazione.
A meno che non si voglia sostituire la Procura alla normale amministrazione di una Regione o di qualsivoglia altro Ente. Con me si è tentato, senza successo e con pregiudizio accusatorio, più è più volte. Quello che in questo caso indigna ulteriormente è che la bomba congegnata è a scoppio ancor più ritardato. Insopportabile, al di fuori da ogni norma processuale, che esige, a contrario, una celerità di giudizio.
Se si inizia con 6 anni di ritardo, per colpevolissime strategie dilatorie, è una pessima giustizia!
Ai calabresi ormai tristemente nota.
Mario Oliverio