«Appena insediatomi ho verificato che c'era 400, 450 milioni di risorse da impegnare per la difesa del suolo con un avanzamento della spesa molto lenta». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, questa mattina nel corso di un incontro organizzato con tutti i sindaci calabresi sul tema del dissesto idrogeologico. 

Tempi degli interventi

Secondo una rilevazione compiuta dalla Corte dei Conti, i tempi per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico in Italia si attesta sugli oltre 4 anni. La Calabria rientra nella media: «Abbiamo raddoppiato la progressione di spesa - ha aggiunto ancora il presidente - ma non basta». Da qui la convocazione di tutti i primi cittadini per organizzare un'azione congiunta.

Nuovi strumenti

In primo luogo, secondo quanto ha riferito il soggetto per l'attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, Giuseppe Nardi, sarà predisposta una assistenza tecnica di accompagnamento per i Comuni nella redazione delle progettazioni definitive ed esecutive e poi la costituzione di una centrale unica di committenza per ridurre i tempi. «Mi è ben chiaro che bisogna accelerare, soprattutto bisogna accelerare qui in Regione» ha precisato Occhiuto.

Sistema allerta

Ma continua ancora a tenere banco la polemica innescata all'indomani delle intense precipitazioni che hanno colpito il litorale ionico catanzarese sul reale funzionamento del sistema di allerta meteo: «Dire che il sistema non funziona, non significa voler accusare qualcuno, anzi so che tutti fanno bene la loro parte» ha dichiarato a margine il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita. «Importante è capire che questa azione è razionale e ci tutela veramente» ha aggiunto. 

Nessuna tutela

«Penso che dobbiamo essere tutti consapevoli che i bollettini che ci vengono consegnati a inizio giornata con fasce di territorio molto ampie o le pec che arrivano a notte inoltrata su indirizzi email che non vengono controllati e non sono fatti per essere controllati 24 ore su 24 non ci tutelano e non ci possono tutelare da eventi imprevisti e imprevedibili a cui purtroppo ci dobbiamo abituare».

Sistema può essere migliorato

Da canto suo, il presidente della Regione ha chiarito come il sistema possa essere migliorato: «Il sistema di allerta è governato a livello nazionale - ha dichiarato - dal dipartimento nazionale della Protezione civile che poi manda i dati ad Arpacal che li restituisce alla Protezione civile regionale. Può essere migliorato ulteriormente perché Arpacal si è dotata di una stazione metereologica molto avanzata ma non ha assunto i metereologici che la devono governare. Questo è un tema che è alla mia attenzione, occorre un rilancio di Arpacal che deve svolgere la sua funzione, come può fare».