Sul caso Sissy Trovato Mazza, agente di Polizia penitenziaria, originaria di Taurianova e in servizio al carcere femminile di Venezia, il muro di silenzio sembra sgretolarsi giorno dopo giorno. Sempre più forte, la richiesta di far luce su quanto realmente avvenuto in quel drammatico giorno di novembre del 2016, all'interno dell'ospedale lagunare quando la giovane è stata trovata in una pozza di sangue davanti ad un ascensore, ferita dalla sua pistola.

Crolla il muro di omertà

Dopo il decesso, l'autopsia, lo strazio dei funerali hanno cominciato ad emergere piccoli dettagli di un grande e ancora sconosciuto mosaico. A partire dalla lettera scritta da Sissy, trovata dal padre; per poi passare alle indagini interne al penitenziario della Giudecca dove l'agente prestava servizio e infine alle tracce biologiche rinvenute sulla sua arma di ordinanza. Quindi il racconto di una sua collega, rilasciato al sito d'informazione fanpage.it che sembra scalfire in maniera definitiva la barriera di omertà eretta attorno alla vicenda. Le dichiarazioni rese, infatti, sono dure e schiacciati e tratteggiano in modo lineare il clima all’interno del penitenziario prima e dopo il ferimento di Sissy. A partire dall’isolamento, confessato alla stessa collega, cui era costretta dopo le denunce presentate.

Gli episodi denunciati da Sissy

Due gli episodi particolari: la cocaina rinvenuta all’interno del carcere e il bacio tra un’agente e una detenuta.  La giovane poliziotta calabrese temeva per la sua carriera. In base a quanto rivelato dalla collega, qualcuno le avrebbe detto che se non si fosse fatta gli affari suoi, avrebbero fatto passare quella droga per sua e lei per una poliziotta corrotta. Parole riferite dalla stessa Sissy. Parole in attesa di riscontri e di giustizia per lei, per la sua famiglia e per l’intera comunità reggina. Respinta ogni ipotesi di suicidio. Potrebbe essere stata lei a premere il grilletto? Secondo la collega: «Mai e poi mai».

L’interpellanza presentata da Forza Italia

Sul fronte politico, il deputato di Forza Italia, Francesco Cannizzaro, ha reso noto di avere presentato un'interpellanza sulla vicenda di Sissy Trovato Mazza: «Un atto dovuto - afferma Cannizzaro - alla memoria di una integerrima servitrice dello Stato che, nel compimento del proprio dovere, è caduta per mano vile e criminale. Un atto dovuto verso una famiglia che con onore e dignità encomiabili non hanno mai smesso di urlare alle istituzioni che il loro dolore immenso non è frutto di un gesto disperato ma la conseguenza di un vero e proprio delitto, con tanto di mandanti ed esecutori. Un atto dovuto – aggiunge l’esponente forzista - verso le istituzioni dello Stato che, protagoniste di questa triste vicenda, devono ritrovare la fiducia dei cittadini nelle loro azioni a tutela della sicurezza e della legalità dell'intero Paese».

«Verificare eventuali incompatibilità ambientali»

L'interpellanza depositata alla Camera «ha una direzione univoca: la ricerca della verità sull'omicidio dell'agente penitenziario calabrese avvenuto in circostanze misteriose e che, vergognosamente, dopo due anni è ancora insoluto». Chiesta infine «una doverosa ed attenta verifica su eventuali elementi di incompatibilità ambientale che sembrano emergere nei confronti di addetti ai lavori della Procura di Venezia, competente per le indagini del caso, e che, se confermati, dovranno determinare uno spostamento del processo ad altro distretto».

 

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