VIDEO | Il documento resterà esposto al Comune di Catanzaro. Il sindaco Fiorita: «Vogliamo fare della nostra città il centro dell'antimafia calabrese». Il prefetto Ricci: «Non c'è spazio per la neutralità, chi non è con lo Stato, è contro»
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In quattordici punti si declina il patto che tutti gli amministratori calabresi sono invitati a sottoscrivere per contrastare l'azione della criminalità organizzata. È una vera e propria chiamata alla armi quella l'Università della ricerca, della memoria e dell'impegno e la Fondazione Interesse Uomo hanno promosso nella giornata di ieri a Catanzaro con l'intento di porre un argine ai fenomeni dell'usura e del racket.
«Il Comune di Catanzaro aveva già sottoscritto il patto ma per noi questo evento rappresenta l'inizio di un nuovo percorso che vuole fare di Catanzaro il centro dell'antimafia calabrese» ha detto il sindaco della città capoluogo di regione, Nicola Fiorita. «Non ci può essere tregua, non ci può essere nessuno che abbassa la guardia - ha aggiunto - nelle iniziative contro le mafie». Il patto di Limbadi è stato sottoscritto nel pomeriggio di ieri da un gruppo di sindaci del catanzarese.
Il documento resterà esposto al Comune di Catanzaro e messo a disposizione fino al 15 gennaio di tutti gli altri primi cittadini che hanno già espresso la volontà di aderire. «Il nostro intento è quello di farlo sottoscrivere ai 400 comuni calabresi» ha aggiunto Ennio Stamile, rettore dell'UniRiMi, che sorge appunto a Limbadi in un immobile confiscato alla 'ndrangheta. «I Comuni sono le realtà più prossime ai cittadini, è quella istituzione che risponde ai problemi concreti della gente».
All'iniziativa ha partecipato anche il neo prefetto Enrico Ricci: «Il patto è importante al di là dei singoli punti - ha dichiarato - ma nel suo significato complessivo che è quello di dimostrare un impegno da parte delle amministrazioni locali nel sostenere i cittadini onesti che si ribellano alla prepotenza e al sopruso mafioso. Il fatto che tante amministrazioni comunali abbiano aderito credo che sia motivo di grande conforto. Saremo vicini agli amministratori ma a partire da un principio chiaro, non c'è possibilità di neutralità: o si è con lo Stato o si è con l'antistato. Chi non è con lo Stato vuol dire che è dall'altra parte».