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"Noi che abbiamo sempre creduto nella Giustizia, dobbiamo oggi denunziare delusione e scetticismo. Riteniamo, infatti che tra il principio fondamentale della Giustizia intesa come valore e l'amministrazione della stessa l'abisso differenziale sia grande". Lo afferma, in una nota, Adriana Musella, presidente del coordinamento nazionale Antimafia "Riferimenti".
"Basta con proclami e celebrazioni - prosegue - nel nostro Paese il cittadino non è garantito. L'impunità si è fatta legge ed è impossibile non indignarsi quando non è dato più confidare sulla certezza della pena. Per non parlare poi, degli abusi che, per incapacità, superficialità o addirittura malafede vengono perpetrati ai danni di soggetti inermi fino alla loro distruzione fisica e professionale. A Catanzaro un agente della polizia di Stato rimane con le mani spezzate e il suo aggressore, un senegalese da lui arrestato viene rimesso in libertà dalla magistratura. E' questo uno dei tanti episodi vergognosi, che si registrano da nord a sud, cui dobbiamo assistere impotenti, mentre la politica discute e si dimena certamente non per quanto concerne giustizia e sicurezza. Per conto del coordinamento antimafia Riferimenti e mio personale esprimo piena solidarietà all'agente della Polizia di Stato Emilio Procopio, in servizio alla Questura di Catanzaro per l'ingiustizia subita".
"Riteniamo - conclude Adriana Musella - che il problema esiste e non sia più procrastinabile, convinti che il sistema legislativo e giudiziario abbia bisogno di una buona rivisitazione, di una sana e radicale riforma affinché il codice penale ritorni ad avere l'autorevolezza che le varie leggi e leggine hanno calpestato e al di là dei palcoscenici e degli scoop, la giustizia risulti davvero giusta".