Gestione dei rifiuti al collasso: mezzi in fila davanti all’impianto pubblico di Bucita, autisti dei mezzi stremati e infortuni sul lavoro nell’impianto rossanese in attesa da anni di un intervento preannunziato ma mai attuato di revamping. La situazione è critica. Si profilano rischi igienico-sanitari lungo tutta la Sibaritide. Ieri l’amministrazione di Corigliano-Rossano ha emesso un’ordinanza in linea con la decisione assunta dall’Ato (ambito territoriale ottimale) di trasferire i rifiuti fuori regione. Si occuperà dell’imballaggio e del conferimento negli impianti extraregionali, la società Ecoross. Il tutto ha origine dal fatto che i sindaci dell’Ato non riescono a individuare un sito per timori di reazioni del mondo ambientalista. Ed ha demandato il compito alla Regione.

Servono gli impianti di supporto per gli scarti

Il sindaco di Crosia Antonio Russo ha ammesso le difficoltà del territorio a trovare una soluzione concreta, tant’è che l’ARO (Area di Raccolta Ottimale) ha demandato alla Regione Calabria l’onere di individuare un sito. L’Amministratore unico di Ecoross Walter Pulignano ha sottolineato i disagi che le continue emergenze, ormai ordinarie, producono ai danni delle comunità ma anche delle aziende che operano nel settore.

«Grave è l’incidenza sugli investimenti, sul personale (austisti stremati in fila davanti agli ingressi degli impianti), sull’impiego di mezzi che spesso restano colmi di rifiuti determinando ritardi nelle attività di raccolta. Servono gli impianti per l’umido, per la differenziata e per l’indifferenziato, ma servono anche le discariche a supporto per lo  smaltimento degli scarti. E invece, le uniche soluzioni che si trovano, ha affermato il manager aziendale, sono quelle di trasferire i rifiuti fuori regione, triplicando i costi a danno dei cittadini che si vedono aumentare le bollette».