Esperto grafologo e docente universitario avrebbe falsato un testamento, il Gip del Tribunale di Castrovillari richiede al pubblico ministero, che ha proposto l’archiviazione, di formulare l’imputazione coatta a carico dell’uomo sussistendo ragionevoli probabilità di condanna.

La vicenda risale al 2020 quando viene meno il titolare di numerosi beni e inizia una corsa all’eredità tra il nipote (ora rinviato a giudizio) G.G.M, 61 anni, di origine napoletana, e la badante A.C., 54anni, di Rossano. Tutto ha inizio quando il nipote nutre i primi sospetti sulla badante e deposita una denuncia in cui si richiede all’autorità giudiziaria il sequestro preventivo dei beni. Prende corpo l’azione investigativa che è protesa a verificare e ad accertare l’autenticità dei testamenti prodotti da entrambi i soggetti in causa, i quali, rivendicano lo status di eredi universali.

Dalle indagini emerge anche come la persona defunta fosse in condizioni fisiche piuttosto deficitarie a tal punto da non poter neppure deambulare. La badante, oltretutto, era stata legittimata dal defunto a gestire l’interopatrimonio ed i rapporti bancari. Da una perizia tecnica, il pubblico ministero ha assunto il dato secondo cui il testamento del nipote fosse autentico, da qui la richiesta di archiviazione.

A tale richiesta, tuttavia, si oppone la difesa della donna, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Straface che, con l’apporto di esperti periti, mette in seria discussione l’autenticitàdel testamento olografo del nipote. La difesa ha messo in evidenza le gravi condizioni psico-fisiche del defunto e ha sottolineato come il testo della grafia risultasse leggibile e ben trascritto, nonostante il decadimento psico-fisico dell’anziano deceduto, tra l’altro in conflitto col nipote proprio per altre vicende testamentarie. Da qui l’ordine di rinviare a giudizio il nipote.