Anche la figura di Denis Bergamini, ritratto come un angelo, in una delle oltre sessanta opere in mostra fino al prossimo 6 gennaio. Al taglio del nastro il comandante della Legione Carabinieri Calabria Riccardo Sciuto
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Tra le oltre sessanta opere esposte nella caserma Paolo Grippo per la mostra di presepi artistici organizzata dalla sezione di Cosenza dell’Associazione Italiana Amici del Presepio, insieme all’Arma dei Carabinieri e all’amministrazione di Palazzo dei Bruzi, compare anche la figura di Denis Bergamini. Il compianto calciatore è rappresentato come un angelo che veglia sul quadro della natività. “Sia luce sul mondo” il titolo della rassegna.
Aperta fino al 6 gennaio
Tenuta a battesimo dalle massime autorità locali civili, militari e religiose, resterà aperta fino al 6 gennaio e potrà essere visitata gratuitamente tutti i giorni dalle 17 alle 20, ad esclusione dei pomeriggi del 24 e del 31 dicembre. Alla cerimonia del taglio del nastro ha partecipato anche il comandante della Legione Carabinieri Calabria, generale Riccardo Sciuto, insieme al comandante provinciale Andrea Mommo. Sono inoltre intervenuti il prefetto di Cosenza Rosa Maria Padovano e il sindaco Franz Caruso. Presenti tra gli altri, la presidente del tribunale del capoluogo bruzio Maria Luisa Mingrone ed il comandante provinciale della Guardia di Finanza Giuseppe Dell’Anna.
Vicinanza dei carabinieri alla comunità
«Mi sembra un'iniziativa dallo straordinario valore morale, etico, ispirativo – ha detto il generale Sciuto - Ricreare la natività produce calore umano oltre che promuovere un simbolo universale della cristianità. L'arma dei carabinieri, ricca di tradizioni al proprio interno, ha colto l'occasione per trovare un punto di incontro, una sintesi tra i valori della Chiesa, della natività, del presepio e i valori stessi della nostra istituzione. Un modo anche per testimoniare prossimità e vicinanza alla comunità. Anzi, vorrei dire per testimoniare le radici comuni tra l'arma e la cittadinanza. Noi siamo serventi – ha concluso Sciuto - proteggiamo ma siamo anche parte di questa comunità».
Coinvolte le scuole
Legno, terracotta, sughero, cartapesta, alcuni dei materiali utilizzati con pastori prevalentemente della scuola napoletana. Le opere sono state illustrate da Massimiliano Battaglia, presidente della sezione AIAP di Cosenza, il quale ha sottolineato il coinvolgimento delle scuole cittadine per sensibilizzare i giovani ad avvicinarsi a quest’arte secolare. In particolare, ha detto «registriamo la partecipazione del Liceo Scorza ed anche del Liceo Lucrezia della Valle». In una nota il comando provinciale carabinieri di Cosenza, richiama l’attenzione sul «messaggio di inclusione e accoglienza» del presepe e del Natale, che invita a riflettere «sull'importanza del prossimo e sul legame universale che ci unisce. Il titolo scelto “Sia luce sul mondo” è un invito a considerare la centralità della luce sull’oscurità, del bene universale sul male, della pace sulle conflittualità umane. Un inno a professare fedeltà ai valori universali di fratellanza, onore, rigore morale, dedizione, servizio verso il prossimo e, non ultimo, sacrificio. Parole che sostengono la necessità di uniformare il comportamento di ciascuno a vantaggio delle comunità, a riscoprire la bellezza del focolare, del vivere nel rispetto delle regole e dei doveri che garantiscono la parità dei diritti. Gli stessi valori di cui è intrisa la vocazione degli uomini che hanno deciso di rendere servizio, in una storia di abnegazione bi-centenaria, nell’Arma dei Carabinieri».
La benedizione di Monsignor Checchinato
Monsignor Giovanni Checchinato, nell’impartire la sua benedizione, ha ricordato una espressione di Papa Francesco: «Il Pontefice dice che la fede non si parla con linguaggi troppo raffinati, la fede si parla in dialetto e il presepe è una sorta di espressione dialettale, dunque di quel linguaggio più intimo, più casareccio. Dove troviamo la bellezza anche della fede che prende la forma di un uomo, di una donna, di un bambino, di gente che lavora, di gente che dorme, di gente che si affatica di gente che allontana, di gente che è la nostra storia. Perché la fede entra nella nostra storia e la rende diversa se noi vogliamo. C’è un messaggio chiaro nella simbologia della Natività – ha concluso il presule - Che la vita deve vincere sempre e lì dove la vita non è promossa ci perdiamo tutti. Tutto l'universo perde lì dove la vita è dimenticata, è uccisa come per le guerre, come per la fame, come per i respingimenti in mare».