Il comitato cosentino ha replicato aspramente a un post del presidente del Partito democratico nel quale si condannava la stretta del Governo sulle occupazioni abusive
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Botta e risposta sui social tra il comitato cosentino Prendocasa, tra i più attivi sul fronte del disagio abitativo in Calabria, e il presidente del Pd Maetto Orfini. Uno scontro a distanza innescato da un post del rappresentante dem, che su Twitter ha criticato aspramente la stretta del Governo sulle occupazioni abusive: «La nuova direttiva sugli sgomberi è una follia, procedere senza soluzioni alternative significa lasciare famiglie in mezzo alla strada. Il governo considera la povertà una colpa e l'emergenza abitativa una questione di ordine pubblico. Altro che attenzione ai più deboli».
Parole condivise in linea di principio dagli attivisti di Prendocasa, che però, dalla loro pagina Facebook, hanno commentato caustici: «Orfini ha ragione, dimentica però che il partito di cui è Presidente negli ultimi anni ha sgomberato senza soluzioni alternative, ha condotto una durissima guerra contro i poveri, ha considerato le questioni sociali come mero problema di ordine pubblico. Ah dimenticavamo che il Pd (legge Renzi-Lupi) ha negato a chi è senza casa il diritto alla residenza, quindi alla salute e all'istruzione, ma anche alle utenze, quindi alla luce e all'acqua. Matteo Orfini altro che attenzione ai più deboli!».
Una presa di posizione che ha spinto Orfini a replicare direttamente nei commenti al post, ringraziando di essere stato chiamato in causa per avere così la possibilità di spiegare. «Non dimentico nulla in realtà - ha affermato -. Se serve non faticherete a trovare online quello che ho detto e fatto su art 5 della Lupi o in occasione di sgomberi come quello di via Curtatone (l’immobile romano che fu liberato con un blitz nell’agosto del 2017 con grande eco anche sulla stampa estera, ndr)».
Questo ha dato la stura a una controreplica molto pungente: «Matteo Orfini, se serve non faticherai a trovare online i volti, le storie e il dramma delle centinaia di famiglie che il suo partito ha diviso, messo in strada con violenza e perseguito perché povere e illegali. Vada a spiegare a loro quello che lei ha detto e fatto. Gli amministratori locali del partito di cui è Presidente, non ultimo degli iscritti, si stanno leccando i baffi davanti alla direttiva di Salvini, ne siete ispiratori».