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Nell’ambito di un’operazione di contrasto allo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza, due fratelli di Amantea, Giuseppe e Francesco Aria Ciommo, di 48 e 41 anni sono stati arrestati dai carabinieri in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari emesse dalla procura di Paola. Sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale. I particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa convocata a Paola alle ore 10, nella sede della compagnia dei carabinieri.
Sequestrati anche beni mobili e immobili
Il provvedimento prevede anche il sequestro preventivo dell’azienda e di altri beni mobili di proprietà degli arrestati, per un valore di circa due milioni di euro. Le indagini, condotte dai militari di Amantea, sono iniziate nel giugno scorso. Gli elementi raccolti dai carabinieri hanno permesso di accertare che i rifugiati, principalmente provenienti da Nigeria, Gambia, Senegal e Guinea Bissau, venivano prelevati in una strada parallela al centro di accoglienza “Ninfa Marina” e portati a lavorare presso l’azienda agricola dei due fratelli arrestati.
Migranti pagati in base al colore della pelle
I rifugiati africani si trovavano a lavorare nei campi assieme ad altri lavoratori in nero provenienti principalmente dalla Romania e dall’India, ma, incredibilmente, la paga variava in base al colore della pelle. In particolare, gli africani avevano diritto a dieci euro in meno rispetto alla paga dei bianchi: 25 euro contro i 35 corrisposti ai lavoratori non di colore.
Le indagini hanno fatto emergere anche le condizioni di lavoro degradanti a cui erano sottoposti i lavoratori, che dormivano in baracche, mangiavano a terra ed erano sottoposti a stretta e severa sorveglianza da parte dei due fratelli arrestati.
La novità dell’ennesima operazione, denominata “Lavoro sporco”, condotta dalle forze dell’ordine contro il fenomeno del caporalato è la discriminazione razziale nei confronti delle persone di pelle nera. I particolari sono stati resi noti dal capitano Giordano Tognoni, comandante della Compagnia carabinieri di Paola.