Ha vissuto sette mesi con un rotolo di garza nell’addome, sopportando dolori lancinanti e subendo diagnosi sballate da quegli stessi medici che avrebbero dovuto garantire la sua salute. L’ennesimo caso di presunta malasanità, in Calabria, arriva dall’ospedale di Polistena, teatro dell’odissea di una donna di 43 anni di Palmi, Daniela Scarlata. La signora è adesso ricoverata in rianimazione, dopo la seconda operazione nel giro di una settimana.

 

L’8 marzo scorso, la donna aveva partorito il suo quarto figlio, una bambina, e dopo qualche giorno era stata dimessa. Nelle settimane successive al parto cesareo, però, Daniela è preda di forti dolori all’addome. Inizia a quel punto, per la famiglia Rao, un’odissea che pare senza fine. E il sogno di una mamma, per la nascita della sua bimba, che si trasforma piano piano in un incubo.

 

«Mia moglie era felice per la nascita di Stefania, la nostra principessa – racconta Antonello Rao, marito della Scarlato – dopo tre maschi era contentissima. Ma quei dolori non le davano pace. Ci siamo rivolti al medico di famiglia che gli ha prescritto degli antidolorifici che non hanno sortito nessun effetto. A quel punto l’ho portata al punto di primo intervento a Palmi, dove un medico ha capito che c’era qualcosa di strano, ma non avendo gli strumenti per fare analisi più approfondite ci ha inviato a Polistena».

 

Dopo un’ora di attesa, Daniela Scarlato viene sottoposta a una serie di analisi e a una visita ginecologica. Il responso del medico è che la donna potrebbe avere l’addome bloccato dalle feci e la rimanda a casa prescrivendo un clistere. La nuova diagnosi si rivelerà sbagliata, come quelle precedenti, e la famiglia Rao sarà costretta a ritornare in ospedale. «Il giorno dopo sono rientrato a casa dal lavoro e ho trovato mia moglie in lacrime per il dolore – ha aggiunto l’uomo – e siamo ripartiti per andare a Polistena. Finalmente decidono di sottoporla ai raggi e a una tac».

I medici decidono di operarla d’urgenza per togliere quel corpo estraneo dall’addome. «L’operazione è andata bene – ha spiegato il marito – per 18 giorni è stata sottoposta a una cura di antibiotici ed è stata dimessa». Il giorno dopo delle dimissioni, però, il quadro clinico si complica di nuovo.

 

«Mia moglie la mattina dopo – ha proseguito Rao – aveva 39 e mezzo di febbre. Ho chiamato il chirurgo che mi ha detto di tornare immediatamente in ospedale». Servirà una nuova operazione per asportare un pezzo di intestino infettato dalla presenza, per sette mesi, di quella garza nell’addome. E, mentre la procura di Palmi ha aperto un’inchiesta, l’odissea della signora Scarlara pare non essere finita: «Daniela è ancora in terapia intensiva – ha concluso Antonello Rao – e la situazione è lontana dall’essere risolta. È assurdo che nel 2018 possano capitare ancora delle storie del genere».