VIDEO | Nell'anniversario della scomparsa dell'imprenditrice vittima di lupara bianca un nuovo presidio per intrecciare dolore e speranza nella direzione di una economia libera dalle agromafie
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«Dalle Terre di Maria, i colori della Rinascita», hanno scelto questo passaparola quest’anno i familiari e le associazioni che si sono ritrovati nel nome di Maria Chindamo, nel settimo anniversario della sua scomparsa. L’imprenditrice vittima di lupara bianca ha radunato, davanti ai terreni di Limbadi che furono teatro del dramma consumatosi il 6 maggio del 2016, scolaresche, sindaci, rappresentanti di partiti e sindacati, cariche istituzionali e cittadini che hanno voluto tenere assieme il ricordo e la voglia di riscatto. Tra gli altri c’erano il sottosegretario Wanda Ferro, il prefetto vibonese Paolo Giovanni Grieco, il consigliere regionale Raffaele Mammoliti, Carlo Tansi, i sindaci di Limbadi, Laureana di Borrello, Nicotera, Strongoli e Polistena, il presidente della provincia di Vibo Valentia, Corrado Landolina.
La manifestazione è stata coordinata da Lucia Lipari, in rappresentanza dell’associazione Agape, ed è stata aperta dalla cantastorie Francesca Prestia. Presenti i familiari della vittima, questo anniversario è stato il primo senza Pina De Francia – la mamma combattiva dell’imprenditrice da poco scomparsa – e con la novità recentemente decida dal Tribunale di Palmi, ovvero l’affidamento al consorzio Goel della gestione dei terreni, rappresentato al presidio dal presidente Vincenzo Linarello. Anche quest’anno, a dare man forte a Vincenzo Chindamo – fratello di Maria e anima del movimento sorto nel suo nome – c’era Libera il testimone di giustizia Carmine Zappia, nonché Elsa Tavella e Sara con Francesco Vinci, genitori rispettivamente di Francesco Vangeli e Matteo Vinci, il primo vittima di lupara bianca, l’altro ucciso con un’autobomba ordinata dai Mancuso.