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Uccisi. Falciati da un’auto in corsa. Una domenica di dicembre, una domenica come tante. Una delle tante vissute all’insegna dello sport e del ciclismo che appassionava un gruppo amatoriale di Lamezia Terme, ciclisti che mai avrebbero immaginato che quella maledetta mattina la loro vita sarebbe stata spezzata o segnata per sempre.
Località Marinella, Lamezia Terme. Alla guida di un’auto c’è un giovane. Si tratta di Chafik Elketani (in foto), di origine marocchina. Allora 21enne, viaggiava a velocità elevata. Stava effettuando un sorpasso quando avrebbe incrociato frontalmente il gruppo di ciclisti che proveniva dalla direzione opposta. Le conseguenze dell’impatto furono devastanti. Sette morirono sul colpo. L'ottavo spirò in ospedale dopo due mesi di agonia.
Quelle che seguirono furono scene di dolore e di disperazione. Il dolore e la disperazione di parenti e amici accorsi sul luogo della tragedia, lì dove giacevano, alcuni ancora vicini alle loro biciclette, i corpi esanimi coperti da teli bianchi.
Chafik Elketani, condannato per omicidio colposo plurimo, è tornato libero dopo cinque anni di reclusione. Troppo pochi per chi in quella tragica domenica di sette anni fa ha perso un marito, un figlio, un amico.
Oggi, come di consueto, le vittime saranno ricordate lì dove accadde il dramma, lì dove campeggia una stele in ricordo dei ciclisti. In ricordo di Fortunato Bernardi, Pasquale De Luca, Giovanni Cannizzaro, Rosario Perri, Vinicio Puppin, Domenico Palazzo, Francesco Stranges e Domenico Strangis.