Ben dodici comuni del crotonese si sono rivolti ai giudici amministrativi per contrastare il subentro nella gestione di Sorical. Si paventano squilibri finanziari e il commissario di Arrical ritocca il documento
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Arrical prova a sterilizzare gli effetti potenzialmente dirompenti che l’approvazione del cronoprogramma finalizzato a dettare le azioni per il subentro di Sorical nella gestione del sistema idrico integrato ha provocato nei comuni calabresi. In particolare, le barricate sollevate dalle amministrazioni locali del crotonese che si sono rivolte al Tar nel tentativo di ottenere l’annullamento del documento giudicato per certi versi illegittimo e lesivo degli interessi economici delle pubbliche amministrazioni.
La carica dei 12 comuni
Ben dodici i comuni che hanno levato gli scudi contro la multiutility dell’acqua stigmatizzando le conseguenze di una transizione che avrebbe potuto comportare anche squilibri finanziari nei bilanci pubblici per effetto del subentro di Sorical nella riscossione dei tributi ma non parallelamente nei costi di gestione del servizio. Così dopo aver già apportato una prima modifica, il commissario straordinario dell’Autorità, Bruno Gualtieri, ha deciso di introdurre nuovi ritocchi al cronoprogramma «al fine di introdurre maggiori elementi di partecipazione dei Comuni, in fase soprattutto di inizio delle attività di riscossione per facilitare il passaggio a Sorical ed eliminare le relative problematiche di carattere finanziario per i Comuni stessi».
I ritocchi al cronoprogramma
È quanto si legge nel decreto varato ieri allo scopo di emendare gli articoli più spinosi e neutralizzare così le possibili conseguenze di una eventuale vittoria dei Comuni in fase cautelare al Tar. Senza però sottrarsi ad una doverosa premessa. Il commissario precisa, infatti, come la transizione rappresenti ormai un passaggio obbligato previsto per legge «che ha l’obiettivo di superare le perduranti situazioni inerziali con riferimento alle procedure di affidamento del servizio idrico integrato soprattutto nel Sud Italia e al fine di avviare la gestione del servizio idrico integrato attraverso il nuovo soggetto pubblico gestore unico regionale».
I Comuni sono morosi
E non di secondaria importanza, allo scopo di superare «la più significativa criticità risiedente nell’alto grado di morosità e nella incapacità delle attuali gestioni comunali di provvedere ad una adeguata gestione dell’attività di recupero crediti». Insomma, un subentro cui non ci si può più sottrarre e da qui discende la volontà di una ulteriore limatura del testo.
I tasti dolenti
In particolare, i ritocchi hanno riguardato porzioni dell’articolo 1, dell’articolo 4 e dell’articolo 5. Ma a subire pesanti modifiche è il successivo (l’articolo 6) che introduce una sorta di partecipazione dei Comuni «finalizzata al miglioramento delle fasi di fatturazione e riscossione al fine di contestualizzare maggiormente tali attività, che apparivano di difficile applicazione nella precedente versione».
Il nodo consorzi
Nello specifico, si prevede la predisposizione di accordi operativi tra Sorical ed i gestori esistenti e, alla luce di questa previsione, viene del tutto abrogato l’articolo 8 che in precedenza disciplinava i rapporti tra Sorical e i consorzi che, soprattutto nel crotonese, gestiscono il servizio idrico in forma partecipata dei Comuni ma accumulando debiti milionari nei confronti di Sorical.
L'inefficienza dei Comuni
Infine, l’articolo 9 contiene chiarimenti volti a spiegare la «necessità di intervenire da subito sulla maggiore criticità per l’avvio del sistema idrico integrato in Calabria, consistente nell’elevato grado di morosità dell’utenza e lo scarso (se non assente) presidio sull’attività di riscossione e recupero crediti delle attuali gestioni».