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Sequestro milionario di armi nel porto di Gioia Tauro: partite dalla Cina, erano dirette in Libia. Cargo bloccato da Italia e Usa

La Calabria al centro di traffici pericolosi: è il secondo intervento dopo un sequestro di droni destinati a Mosca nel 2022. Per il Corriere della Sera il carico era destinato ad Haftar. A Msc non risultano sequestri di container

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di Redazione Cronaca
22 giugno 2024
13:30

Due anni fa il mistero dei droni da combattimento diretti in Russia, il 18 giugno scorso un nuovo sequestro milionario di armi nel porto di Gioia Tauro, che diventa snodo di traffici legati alle crisi geopolitiche.

Le armi – non è chiaro di che tipo ma potrebbero esserci ancora una volta dei droni – sarebbero partite dalla Cina il 30 aprile: Yantian, un distretto portuale di Shenzhen, nell’area meridionale del Pese.


Sequestro di armi a Gioia, la rotta della nave

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la nave coinvolta nell’operazione sarebbe la Msc Arina, grande mercantile attraccato nel porto calabrese proprio martedì scorso. Da Yantian, la nave ha fatto scalo a Singapore e poi circumnavigato il Capo di Buona Speranza per evitare il Mar Rosso e il canale di Suez. Nel Mediterraneo si è fermata sia a Valencia che a Barcellona.

Una volta giunta in Calabria le autorità americane – il Corriere riporta fonti di diversi Paesi – gli Usa avrebbero deciso di far sequestrare il carico di armi e avrebbero chiesto agli alleati italiani di intervenire.

La Msc Arina non è stata sequestrata e ha ripreso il mare giovedì. Msc, tuttavia, ha fatto sapere che all’azienda non risultano sequestri di container.

Era la Libia il punto di arrivo delle armi sequestrate a Gioia Tauro

L’operazione si inserisce in una serie di attività avviate dagli Stati Uniti a settembre, dopo l’incontro a Mosca tra Khalifa Haftar e Vladimir Putin. Da quel momento le mosse dell’uomo che governa la Libia orientale sono tenute sotto stretta osservazione dagli apparati Usa. Fino all’ora X, che sarebbe scattata proprio sulle coste calabresi.

Il punto di arrivo dell’imbarcazione – il Corriere della Sera riporta «i forti sospetti degli stessi americani» – sarebbe stato Bengasi, fulcro del potere di Haftar e delle sue truppe. Da quella porta nella Libia meridionale entrano armi e miliziani russi. E l’ipotesi degli Usa e degli 007 europei è che Mosca voglia costruire un porto militare a Tobruk per aumentare la pressione sul Mediterraneo. La tensione sale e la Calabria si trova al centro di traffici molto pericolosi.

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