VIDEO | Il primo cittadino Nicolaci è entrato nella struttura gestista da una impresa di Oppido Mamertina ed ha chiamato in causa le responsabilità del suo predecessore Valerioti
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Non una, ma due, le aree interne all’isola ecologica di Melicucco poste sotto sequestro dai carabinieri, mentre gli indagati sono tutti dell’impresa che gestisce la struttura. È quanto si scopre grazie al sindaco Francesco Nicolaci che, dopo la denuncia pubblica dei consiglieri comunali di opposizione, è tornato nello stabilimento fornendo la sua versione. È una replica politica piena di notizie di cronaca inedite, quella che il primo cittadino assicura al suo predecessore Salvatore Valerioti – oggi capogruppo di Insieme si Può – che aveva “scoperto” l’indagine in contrada Petrara. «L’isola ecologica non si è mai fermata – dichiara Nicolaci – anche se il sequestro colpisce sia la parte di pertinenza del Comune sia la parte gestita dalla ditta».
Il sindaco garantisce di non essere tra i 4 indagati, al pari dei dipendenti comunali, e, chiarisce i motivi del sequestro. «Vi è stato un surplus di rifiuti urbani prodotti dal mercato settimanale – prosegue – mentre nella parte comunale abbiamo già fatto 3 bonifiche, eravamo pronti a fare la quarta, vista la situazione gravissima che abbiamo ereditato tra lamiere e pneumatici depositati. Sono disguidi che non devono accadere, mi assumo fino in fondo la responsabilità, ma un pentimento è certo: dovevo andare io dai carabinieri appena insediatomi per denunciare come avevo trovato l’Isola». Il sindaco, che quindi senza mai nominarla chiama in causa indirettamente anche le responsabilità dell’impresa privata di Oppido Mamertina, esibisce un dossier fotografico che racconta gli interventi fatti, evidentemente non sufficienti se si è arrivati al sequestro. «Non c’è alcun pericolo per l’ambiente – è la sua conclusione – appena verremo autorizzati dalla Procura eseguiremo la bonifica programmata».