VIBO VALENTIA - Nuovo provvedimento di sequestro da parte della Direzione investigativa antimafia. Colpita la cosca Fiarè-Razionale attiva sul territorio di San Gregorio d'Ippona, nel vibonese. Blitz della Dia a Roma e in Calabria. Sigilli al noto bar della capitale "Caffe' Fiume" situato nella prestigiosa via Veneto a Roma. Nel mirino degli investigatori è finito anche il sindaco di San Gregorio d’Ippona Michele Pannìa, rieletto proprio ieri. Secondo la Direzione investigativa antimafia sarebbe fittiziamente intestatario di un immobile per il quale risulta essere stata effettuata una compravendita ma non il relativo passaggio di proprietà. E in questa vicenda che risale agli anni Ottanta spunterebbe il nome di un esponente di spicco della cosca.

 

La posizione del sindaco. "L’iniziativa avviata dall’autorità giudiziaria riguarda fatti e soggetti a cui il sottoscritto e la propria famiglia sono completamente estranei". Così in un comunicato stampa diffuso nel pomeriggio Michele Pannìa ha chiarito la propria posizione nella vicenda. "La notifica del provvedimento di sequestro - spiega il sindaco di San Gregorio d'Ippona - è stata effettuata anche al sottoscritto non in qualità di indagato ma di soggetto terzo in quanto solo formalmente titolare di diritto reale su di un bene sequestrato. Infatti, il sequestro disposto dall’Autorità Giudiziaria  ha riguardato un appartamento di cui solo formalmente sono comproprietario, per la quota pro indiviso di un sesto, senza averne mai avuto alcuna disponibilità: infatti, si tratta di un appartamento che, nei primi anni 80, quando avevo circa diciotto anni, la buonanima di mio padre ha costruito e venduto, senza formalizzare l’atto di vendita a causa del suo sopravvenuto decesso. Tengo a precisare, altresì, che il provvedimento di sequestro - conclude Pannìa - è stato adottato sulla scorta delle dichiarazioni rese dal sottoscritto  agli inquirenti: infatti, come riconosciuto dallo stesso provvedimento, le mie dichiarazioni hanno consentito di ricondurre l’appartamento nella “piena disponibilità” del destinatario effettivo del sequestro".

 

Sigilli alla Lico Santo srl.  Il provvedimento del Tribunale di Vibo ha anche riguardato una grossa società di rilievo nazionale nel campo dell'edilizia, la Lico Santo srl, soggetto giuridico con sede legale a Roma, ma operativa in varie città. Applicando la nuove norme antimafia il Tribunale ha affidato la gestione della società ad un amministratore giudiziario, poiché le indagini della Dia di Roma hanno svelato l'esistenza di intensi rapporti affaristici tra la società, la Edil Service srl e la Roma Service srl già sottoposte a sequestro perchè riconducibili alla cosca del Razionale. Si è inoltre accertato che la Lico Santo ha impiegato nel ciclo lavorativo operai non in regola con la normativa vigente, forniti dalle società di Razionale, risparmiando così notevoli costi del personale. La durata nel tempo di tale rapporto aveva trasformato la Lico Santo in una società fiduciaria della cosca, che poteva farvi affidamento come fonte stabile di guadagno, permettendogli di partecipare indirettamente alla gestione degli appalti privati e pubblici, senza correre il rischio di essere scoperti, motivo del provvedimento adottato dal Tribunale finalizzato a garantire il controllo della società ed a prevenire la continuità dell'ingerenza mafiosa.