Diversi container con materiale per droni dual use, diretti in Russia, sono stati intercettati e bloccati nel porto di Gioia Tauro dalla guardia di finanza e dall'agenzia delle dogane. La notizia è riportata da La Repubblica. 

Si tratta di materiale statunitense. Secondo quanto scrive il quotidiano, infatti, Mosca, non disponendo della stessa sofisticata tecnologia statunitense «un mese fa ha tentato di importare componenti militari 'made in Usa' passando dall'Italia attraverso una complessa triangolazione. L'obiettivo russo era quello di portarsi a casa, non tanto gli aerei, quanto i complessi sistemi che contribuiscono alla loro guida e al loro controllo. Si tratta di dispositivi fabbricati da un'azienda americana».

Il materiale, ricostruisce La Repubblica, è stato intercettato in Calabria: «Diversi container stavano per lasciare le coste italiane. Il porto di Gioia Tauro era lo scalo di partenza. Qui erano arrivati dal Canada. La meta finale, ufficialmente, era il Qatar. Ma non è chiaro se l'Emirato fosse la reale destinazione prima di recapitare tutto il pacchetto nelle mani dei militari russi. Insomma il giallo del penultimo scalo, prima di arrivare a Mosca, resta aperto».

Per il quotidiano non vengono escluse altre ipotesi «come la possibilità di spegnere il localizzatore gps della nave container in partenza da Gioia Tauro per poi puntare, in incognito, sulla Siria. Quest' ultimo, con il presidente Bashar al-Assad, è un Paese alleato di ferro di Mosca. Qui nel Mediterraneo orientale la Russia dispone di una fondamentale base militare, Tartus, dove i soldati di Vladimir Putin avrebbero poi potuto imbarcare le preziose componenti su un areo cargo e raggiungere, attraverso questa tratta, la Russia».

Il materiale sequestrato vale decine di milioni di euro ed è ad oggi sotto sequestro, fermo nel porto calabrese per decisione della procura che «indaga per traffico internazionale», scrive il quotidiano che sostiene anche che «quando gli americani hanno ricevuto dall'Italia la comunicazione del sequestro, una squadra dell'Fbi è volata immediatamente da Washington a Roma e poi a Gioia Tauro».

Sulle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, vige stretto riserbo. Da quel che si apprende, nei prossimi giorni saranno aperti i container sotto sequestro. L'attenzione degli investigatori sarebbe concentrata in particolare sulla documentazione che accompagna i container, in primo luogo per stabilire la reale destinazione - la metà ufficiale del viaggio è il Qatar - e poi per stabilire se il materiale, definito sugli stessi documenti per telecomunicazioni, sia corrispondente alle carte ed, eventualmente, se possa essere riconvertito per usi militari. Accertamenti che potranno essere ultimati solo con l'apertura dei container.