Non può prendere il traghetto per rientrare in Sicilia perchè sprovvisto di Super Green Pass. È la storia di Fabio Messina, da qualche giorno bloccato agli imbarcaderi di Villa San Giovanni in attesa che un giudice, dopo il ricorso presentato in fretta e in furia dal suo legale, gli riconosca il diritto di tornare a casa.

Come riporta l’edizione online di Repubblica da lunedì su tutti i mezzi di trasporto, traghetti compresi, è vietato l’accesso senza Super Green Pass rafforzato. Unica eccezione (ma solo fino al 10 febbraio) per gli abitanti delle isole minori costretti a spostarsi per certificati motivi di salute o di studio. Messina si era recato per lavoro a Genova prima dell’entrata in vigore delle nuove restrizioni, e dopo essersi fatto tutta l’Italia in macchina, era convinto che sul traghetto, chiuso a bordo della sua auto, lo avrebbero fatto salire. Ma così non è stato.

«Io ho percorso tutta l’Italia in macchina tranquillamente – ha dichiarato – ma l’Italia finisce a Lampedusa e non in Calabria e non è possibile che a un cittadino che abita in Sicilia venga impedito di tornare a casa sua. Se ci fosse stato il ponte sullo Stretto a quest’ora sarei già a casa. Ma visto che devo prendere un traghetto sono ancora qui. E che dovrei fare ora? Non posso più neanche andare in albergo. Sono costretto a stare qui, in auto».

La notte infatti l'agente di commercio dorme in un sacco a pelo, preferendolo alla propria automobile. A Fabio Messina, secondo quanto ha riferito lo stesso interessato, il personale della società che gestisce il traghettamento ha negato anche la possibilità di restare chiuso in auto durante il trasferimento in Sicilia.

Come ancora riferisce Repubblica.it, Fabio Messina non è un No Vax ideologico, ma ha ugualmente deciso di non vaccinarsi (come la moglie e il figlio) anche a costo di rinunciare alla sua vita sociale. «Mio figlio ha fatto tutte le vaccinazioni pediatriche, ma questo vaccino qui non abbiamo ritenuto di farlo. Stiamo benissimo, non riteniamo di essere soggetti a rischio. Io sono stato per 12 anni senza neanche il medico di base. Ne faccio una questione di principio. Sono stato uno dei fondatori del movimento antiracket in Sicilia, lotto da sempre contro le ingiustizie e vivo la compressione delle libertà individuali come un’ingiustizia. Spero che un giudice mi consenta di tornare a casa».