«Si non vi mittiti a mascherina non vi damu nenti». Sono poche, semplici parole in dialetto praiese scritte su un cartellone affisso all'ingresso della "Salumeria da Fulvio", per incentivare l'uso dei dispositivi di protezione e allontanare lo spettro del coronavirus: «Se non indossate la mascherina - si traduce infatti in italiano - non vi serviamo».

 

L'esercizio commerciale sorge nel centro cittadino di Praia a Mare, a pochi passi dalla spiaggia, ed è gestito da una famiglia del posto. Mattia Marsiglia, figlio 32enne del Fulvio dell'insegna, ha condiviso la foto su facebook precisando: «È tutto chiaro?». Poi ha concluso il post con un hashtag, altrettanto eloquente: #fateibravi.

Pandemia ancora in corso

Praia a Mare è una delle mete balneari più gettonate della Calabria e in questi giorni è affollatissima di turisti che decidono di trascorrere qui le vacanze estive. Ma l'azzeramento dei casi registrato nelle scorse settimane, ha generato nelle persone la convinzione che la pandemia sia ormai alle spalle e che il Covid abbia smesso di mietere vittime. Niente di più sbagliato.

 

Il Coronavirus non ha smesso di circolare e la gente continua ad infettarsi costantemente. Come racconta la cronaca degli ultimi giorni, nell'area urbana di Cosenza si è registrata la presenza di un nuovo focolaio di contagi, che ha già coinvolto 16 persone.

Covid e turismo

L'Italia, tanto meno la Calabria, non potrebbe permettersi un altro lockdown, pena il tracollo finanziario. Eppure la gente sembra averlo dimenticato, sembra aver dimenticato le immagini dei camion che portano via le salme e dei pazienti immobili e intubati in un letto d'ospedale. Ovunque, residenti e turisti, circolano senza mascherine, si abbracciano e si baciano senza tenere conto delle norme sulla sicurezza.

 

Così deve essere successo anche nella salumeria gestita dalla famiglia Marsiglia, tanto che il giovane commerciante ha dovuto scrivere un cartello per ricordare che indossare la mascherina in un esercizio pubblico, è un atto di responsabilità per sé e per gli altri. Sarebbe, inoltra, buona norma anche mantenere le giuste distanze e igienizzare accuratamente le mani.

Un avviso ironicamente serio

Affinché ai turisti rimanga impresso, il giovane Mattia ha scelto di scrivere l'avviso in dialetto, un modo diretto e infallibile per esprimere un concetto ovvio quanto sottovalutato. 

 

«Molti cittadini e turisti - racconta Mattia alla nostra redazione - alla nostra richiesta di indossare la mascherina facevano finta di nulla e provavano ad entrare ugualmente. Con questo cartello evitiamo qualche discussione di troppo sperando che i nostri clienti apprezzino la simpatia».