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Tesi era un filone dell’indagine che era stato stralciato dall’inchiesta Why Not e spostato al tribunale di Cosenza competente per territorio. Pesanti le condanne inflitte. Il collegio presieduto dal giudice Angela Lucia Marletta, a latere Claudia Pingitore e Giusi Ianni ha condannato Filomeno Pometti (4 anni di carcere), Luciano Vigna, ex vicesindaco di Cosenza (2 anni e 8 mesi), Michelangelo Spataro, già consigliere comunale di Cosenza (4 anni), Francesco Capocasale (4 anni), Michele Montagnese (4 anni), Gianluca Bilotta (4 anni), Luigi Vacca (4 anni), Antonio Gargano (2 anni e 8 mesi) e Antonio Viapiana (2 anni e 8 mesi). Assolti invece l’ex sindaco Salvatore Perugini, Nicola Costantino, Renato Pastore, Saverio Fascì, Francesca Gaudenzi, Pietro Macrì e Pasquale Citrigno (amministratore della società) assolto per non aver commesso il fatto. Citrigno era l’unico per il quale già il pm Giuseppe Visconti aveva chiesto l’assoluzione. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di bancarotta.
Dura la reazione del PD: “Tra le sentenze di condanna si registrano quelle a carico del Vice Sindaco di Cosenza Luciano Vigna e di Michelangelo Spataro Capogruppo di Forza Italia. Per quanto ci riguarda, riteniamo che il grado di colpevolezza è accertato solo in presenza di una condanna definitiva. Anche con una condanna di primo grado per noi rimane valido il principio della presunzione di innocenza, ciò nonostante però, abbiamo sempre ritenuto politicamente inopportuno che Luciano Vigna continuasse ad esercitare la funzione di vice sindaco e Michelangelo Spataro quella di capogruppo di Forza Italia, partito di riferimento di Mario Occhiuto. Riteniamo altresì inopportuno, ed invitiamo il Commissario prefettizio dott. Carbone, ad assumere le dovute iniziative, che la gestione delle finanze di Palazzo dei Bruzi continuasse ad essere affidata alla società che è riconducibile a Gianluca Bilotta”.
Da quello che si comprende dalla nota del PD, il coinvolgimento di Gianluca Bilotta nella gestione delle finanze del comune di Cosenza, pare sia riferito alla società “Misura mercato” società della quale è titolare la moglie di Bilotta, la stessa società, gestisce anche le buste paga della società regionale Calabria Verde. Al di la della discussione sulla presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva, è indubbio che, la sentenza Tesi, rappresenta un duro colpo politico per l’asse Santelli/Occhiuto alla vigilia delle elezioni amministrative. Luigi Vigna non solo era il vice sindaco di Occhiuto ma per anni, è stato anche il segretario di Iole Santelli quando la stessa era sottosegretario alla Giustizia, attualmente la Santelli, ricopre la carica di coordinatore regionale di Forza Italia. Vigna, oltre alla condanna a 2 anni e 8 mesi, è stato condannato insieme a Bilotta anche all’inabilitazione all’esercizio di una impresa commerciale e all’incapacità di esercitare uffici direttivi per la durata di dieci anni. Duro colpo anche per Michelangelo Spataro altro fedelissimo dell’ex sindaco di Cosenza, capogruppo di FI in consiglio comunale, un fratello Leonardo, autorevole sindacalista nell’AMACO, altra azienda molta discussa nella città Bruzia. Insomma un “colpo al cuore” al “sistema” Occhiuto.