La donna il cui padre fu ucciso nelle stragi di mafia nella bufera dopo l'arresto del marito, Nino Creazzo, e le frequentazioni col figlio del boss non è indagata e raggiunta al telefono dice: «Non merito il fango che mi è caduto addosso». Ecco IL VIDEO
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«Sono stata superficiale, bonacciona forse, ma non merito il fango che è caduto addosso a me e all’Arma». Così la carabiniera Ivana Fava ha risposto ad una parte delle domande che le volevamo fare, sulla bufera di cui è al centro dopo il blitz antimafia che ha portato in carcere il marito, Nino Creazzo, fratello di Domenico, il consigliere regionale pure lui arrestato martedì scorso.
La donna, di cui abbondantemente si parla nelle carte dell’operazione della Dda di Reggio Calabria – sebbene non sia indagata – non era a San Procopio stamattina ma ha risposto al telefono ad alcune domande, mentre viaggiava in auto, prima che cadesse la linea.
Sulla frequentazione con Domenico Alvaro, Fava dice «dovevo stare più attenta» – ma non si capisce se si riferisce alla opportunità di stare a contatto con il boss oppure alla foto di una cena che gli investigatori hanno trovato sul suo telefonino – e mentre fa autocritica passa al contrattacco, dicendosi vittima di articoli di stampa che «invece di concentrarsi sull’inchiesta hanno acceso i riflettori su di me».
Sul marito, che avrebbe fatto sponda elettorale con gli Alvaro - garantendo un aiuto a lei per fare carriera - si sente solo di dire che «Dovrà rispondere ai giudici e dire la verità», evenienza che non esclude per lei stessa quando afferma: «Continuo a lavorare a Reggio ma sono a disposizione qualora i giudici mi volessero sentire».