Se il Mare Nostrum diventa "Mostrum”, è questo il titolo del progetto fotografico di Marco Valle, il fotografo che con un’originale mostra pubblicata sul National Geographic ha inteso mettere in scena una riflessione sul futuro delle coste italiane, martoriate da cementificazione e abuso edilizio, che distruggono e corrodono, che rovinano per sempre quello che i romani chiamavano Mare Nostrum, quel mare che circondava la penisola italiana con i suoi settemila km di costa.


Tra le ventidue foto pubblicate tre scatti riguardano la Calabria. Nel primo i resti del pontile industriale nell'area ex Sir di Lamezia Terme. Questo tratto di spiaggia lungo oltre cinque chilometri era il ritrovo estivo per i paesi del circondario. Con la costruzione della SIR (Società Italiana Resine) l'area fu di fatto privatizzata. Oggi il polo industriale è fallito, ciò che rimane sono i resti di un pontile abbandonato negli anni ad una lunga agonia di autodistruzione, una struttura, costata allo stato oltre 200 miliardi delle vecchie lire e mai messa in funzione che continua ad inquinare il litorale circostante dove alcune aree sono non balneabili. Un altro scatto racconta una realtà familiare. A San Pietro a Maida «Martina gioca di fronte a un murale che ritrae il mare di Posillipo mentre sua madre Stefania racconta delle estati passate nelle case di legno costruite sulla spiaggia dove oggi, dopo il fallimento dell'industria Sir, rimane solo lo scheletro di un pontile lungo 640 metri».
L’ultima foto ritrae un edificio distrutto dal mare a Falerna a causa dell’erosione costiera che negli ultimi anni ha logorato le coste calabrese.