La scuola è diventato un film che non sta risparmiando colpi di scena. L’ultimo capitolo della saga l’ha scritto Nino Spirlì che stamattina ai suoi aficionados follower ha comunicato il parto di una nuova ordinanza che ad horas dovrebbe vedere la luce (o il buio, dipende dall’orario del parto). 

«Gli esperti del governo, tra cui il professor Galli, dicono che nel momento in cui aprono le scuole i contagi aumentano del 24%». Ha esordito Spirlì stamane. In viaggio verso la Cittadella, ha chiamato a raccolta i suoi seguaci virtuali (contandoli e bacchettando i dissidenti) per annunciare l’ultima novità: didattica integrata a chi ne faccia richiesta. In soldoni: genitori, decidete voi se mandarli a scuola o no. Questo per «accontentare tutti» dice Spirlì al suo pubblico.

«Stiamo solo cercando di capire fino a quali classi ci possiamo spingere – ha aggiunto il presidente ff – non vorrei che per un eccesso di concessioni si metta in pericolo l'ordinanza per tutti». 

Scuole in attesa 

Il riferimento, pare, sia diretto alle vicende legate alle ordinanze impugnate dal Tar, che riguardavano la Dad anche per elementari e medie, e poi di fatto annullate dal tribunale amministrativo. E forse è questa la ragione del ritardo dell'ordinanza che ancora non è stata emanata.

L’annuncio ha avuto l’effetto di una bomba e ha gettato nel caos studenti e genitori e anche le scuole che, con fatica e tanta pazienza, avevano cercato in queste settimane di incastrare orari, scaglionamenti, didattica integrata e uscite.

Ora è tutto da rifare e intanto il tempo scorre. I dirigenti sono tutti alla finestra e aspettano di conoscere i contenuti di questa ordinanza prima inviare le comunicazioni a genitori e insegnanti.

La reazione dei presidi

«Le solite cose all’italiana, se c’è tempo prendiamo tempo – dice il dirigente del classico “Telesio” Antonio Iaconianni -. Io spero di sapere cosa fare entro domani al massimo, perché devo avere il tempo di fare le comunicazioni ufficiali. Al momento sulla mia scrivania e nella mia casella email sono pieno di lettere di richieste: genitori che vogliono i figli a scuola, alunni che non vogliono essere divisi dall’amico o amica, missive strappalacrime di chi mi prega di poter godere dell’ultimo anno di liceo con i compagni. Mi creda, ho cercato di organizzare tutto al meglio, adesso, mi sa, che tocca ricominciare tutto daccapo».

Ma se l’ordinanza dovesse ricalcare in pieno le anticipazioni di Spirlì, cosa potrebbe accadere? «Le faccio un esempio: se in una classe di venti alunni, diciannove restano a casa e uno resta in aula e c’è l’ora di Educazione Fisica, che facciamo? Uno va in palestra e gli altri fanno i compiti? Sono cose paradossali, qua dovevamo avere tutti un unico orientamento: proseguire in Dad tutti, fino alla fine dell’anno, stop. Non sarà così? Pazienza, noi siamo abituati da settembre a prevedere un piano A e uno B, certo, quello C ci mancava».

Libera scelta

Le scuole avevano organizzato in modo preciso anche i punteggi da attribuire ai compiti in classe (con valutazioni diverse a seconda che l’alunno fosse in classe o in casa), adesso se molti decideranno di disertare le aule, come ci si regolerà?

«Per le esercitazioni devono essere in classe su questo non ci piove – dice il dirigente dell’Itis Monaco, Giancarlo Florio, che non si scompone più di tanto. Lui aveva già dato ai genitori la possibilità di scegliere. «La verità è che Spirlì si è voluto scrollare di dosso la responsabilità sul mancato rafforzamento dei trasporti. Le corse andavano raddoppiate per evitare assembramenti, adesso si è solo deciso di non decidere. Altro che trasporti pronti! Non lo sono per niente. Io non sono contrario alla soluzione di affidarsi alla libera scelta, ormai siamo abituati a cambiare in corsa. Ma il problema è ancora più ampio: credo che il Covid ci abbia insegnato che qua fa rivisto tutto l’orario scuola, ormai abbiamo i mezzi per inserire la didattica integrata in generale, è una lezione di cui dobbiamo fare tesoro, pandemia o non pandemia».