Comitati di genitori di tutta la regione si rivolgono alla giustizia amministrativa. Il presidente facente funzioni: «Sono solo dei buontemponi. Difenderò il provvedimento fino all'ultimo grado di giudizio». Ecco cosa potrebbe accadere (ASCOLTA L'AUDIO)
Scuole Calabria, Spirlì: «Scandalizzato dai genitori che sono ricorsi al Tar per riaprirle»
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Nino Spirlì ha scelto di reiterare una ordinanza di sospensione delle attività didattiche in presenza, analoga a quella emessa nel novembre scorso, senza considerare la sonora bocciatura del Tar che la ritenne lesiva del diritto costituzionale all’istruzione. Ed intuendo l'arrivo di probabili nuove censure, ha messo le mani avanti preannunciando sui social l'avvio di una battaglia legale sul tema.
Spirlì difende l'ordinanza
«Laddove ci dovesse essere qualche buontempone che decida di rivolgersi al Tar - ha detto il presidente facente funzioni della Regione - difenderemo l'ordinanza fino all'ultimo grado di giudizio. Così vediamo se quindici famiglie possono decidere su milioni di calabresi che la vedono in maniera differente. Detto papale papale, siamo pronti a combattere con tutte le armi».
Legali alla carica
In verità un ricorso è stato già depositato dal legale Paolo Perrone del foro di Paola, vittorioso nel contenzioso giudiziario aperto poche settimane addietro, per conto non di quindici, ma di circa 160 famiglie di tutta la Calabria, a loro volta rappresentanti di alcuni comitati genitoriali. Per domani, 8 gennaio, è attesa la decisione sulla richiesta di sospensione cautelare del provvedimento di Spirlì. In caso di accoglimento, si tornerà in classe l'11 gennaio o comunque, sulla base del calendario deciso dal Governo nazionale.
Gli assessori tacciono
Non pervenuto il parere dell'assessore al ramo Sandra Savaglio. Anzi, per la verità, l'intera giunta regionale tace su questo e su altri temi dell'attualità politica, dimenticando forse, di essere ancora in carica almeno fino ad aprile. Nessuna notizia si ha, per esempio, del piano straordinario di incremento del trasporto pubblico locale richiesto dalle prefetture proprio per evitare assembramenti di studenti in viaggio verso le scuole.
Didattica a distanza non sia comodo rifugio
La chiusura suona così come un tentativo di abdicare alle responsabilità istituzionali, mortificando anche il lavoro svolto nei plessi per mettere in sicurezza i ragazzi. A sottolineare questo aspetto è la dirigente del Liceo Lucrezia della Valle di Cosenza, Loredana Giannicola: «La didattica a distanza è una risorsa e una opportunità e può diventare complementare alla didattica in presenza - dice - ma sta diventando un comodo rifugio per coloro che non riescono a risolvere i problemi strutturali della scuola».
Fallimento della politica
«C'è un grande rammarico per il fallimento della politica - aggiunge la dirigente - In Calabria occorreva prendere di petto il sistema della formazione, perché c'è fame di formazione. Abbiamo un alto tasso di povertà educativa ed abbiamo anche un problema serio di neet, ovvero ragazzi che hanno rinunciato agli studi ma anche a cercarsi un posto di lavoro».
Il paradosso di Montalto Uffugo
Intanto si registrano paradossi anche a livello locale, come a Montalto Uffugo dove il sindaco Pietro Caracciolo ha ordinato la chiusura fino a lunedì anche delle scuole dell'infanzia. Soltanto quelle comunali però, temendo forse di esporsi ad una richiesta di risarcimento danni da parte degli asili privati dove evidentemente, i bambini sono considerati più al sicuro, rispetto a quelli che frequentano gli istituti pubblici.
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