Ragazzi felici di tornare in classe senza nascondere il timore di eventuali contagi e la preoccupazione è condivisa dai docenti che però ribadiscono: le scuole sono luoghi sicuri, il pericolo è fuori
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Gli studenti delle scuole superiori tornano in classe: riprende la didattica in presenza al 50% e con la possibilità, per le famiglie che ne faranno richiesta, di usufruire della didattica integrata (Ddi) come prevede l’ordinanza del presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì. Davanti ai cancelli del Liceo Scientifico Filolao di Crotone, i ragazzi sono pochi, qualcuno arriva in auto, accompagnato dai genitori, altri a piedi. Gli ingressi sono scaglionati, non tutti inizieranno alla stessa ora: il triennio entra alle 8, il biennio alle 10. Le classi, qui, sono quasi tutte complete.
Su una popolazione scolastica di circa 1250 studenti, sono 150, al momento quelli che hanno richiesto la Ddi, ma il numero esatto si conoscerà tra poche ore, alla scadenza della presentazione delle istanze, prevista per giornata di oggi. All’ingresso del Ciliberto – Lucifero (che ospita le classi degli istituti tecnici Nautico e Commerciale), l’affluenza sembra maggiore, ma forse solo perché ci sono dei piccoli gruppetti che stazionano davanti al portone, prima di entrare. Qui per decidere se scegliere la Did, i genitori hanno qualche giorno in più.
Parlano i ragazzi
Andiamo incontro a un ragazzo che sta per entrare in classe, frequenta il terzo anno dello Scientifico, gli chiediamo come sta vivendo questo primo giorno di scuola: «Sono un po’ preoccupato, magari in classe potrebbe esserci un positivo e non lo sappiamo. Ma la felicità è tanta: è bello rientrare in luogo scolastico e non stare a casa». Luigi, invece, quest’anno avrà la maturità: «È importante rientrare, con coraggio e senza paura, soprattutto noi che siamo del quinto. Stare a casa era davvero deleterio». E sulla presenza al 50% aggiunge: «Non sono d’accordo, si dividono le classi, i compagni. Non è giusto». Un’osservazione che condivide anche uno studente dell’Istituto Tecnico: «La cosa brutta è che non potremo stare con tutta la nostra classe, saremo divisi, però ritornare è bello, mi mancava andare a scuola».
La parola ai docenti
Le scuole sono pronte a iniziare questa nuova esperienza e, ribadiscono i docenti, sono luoghi sicuri: «Con le classi dimezzate sarà molto più semplice garantire il distanziamento – spiega la professoressa Alessandra Anania dell’Istituto Ciliberto-Lucifero – Noi restiamo comunque molto prudenti, non abbasseremo mai la guardia, saremo sempre attenti a rispettare e a far rispettare le regole. La preoccupazione c’è sempre, ma siamo tranquilli». «Siamo un po’ tutti emozionati – ci confida Barbara Naso, insegnante di Chimica – I ragazzi li vedo abbastanza contenti, forse perché stanchi di stare a casa. Vediamo come andrà, lavoreremo in sicurezza e affronteremo al meglio la situazione».
«Dopo tanto tempo ritorniamo a scuola, abbiamo sempre lavorato e i nostri ragazzi sono sempre stati partecipi a tutte le attività e ora proviamo anche questa nuova esperienza della didattica integrata. Nella nostra scuola si è lavorato anche nel weekend per predisporre l’organizzazione della didattica» racconta la professoressa Stefania Cannatelli, del Liceo Scientifico. «In classe abbiamo tutti la Lim (lavagna interattiva multimediale, ndr), quindi possiamo lavorare sia a distanza che in presenza contemporaneamente, non abbiamo problemi» aggiunge il collega Tommaso Cortese, che non nasconde un po’ di timore «per il contatto coi ragazzi, che magari viaggiano con gli autobus».
Cosa pensano i genitori
Davanti ai cancelli, intercettiamo anche due mamme, che stanno accompagnando i figli a scuola. «Sono contenta – ci dice la prima, mentre il figlio sta per scendere dall’auto – Sono un po’ preoccupata ma so che a scuola tengono alla sicurezza e poi prendiamo tutte le precauzioni: lui indossa la mascherina, ha il suo gel igienizzante. Meglio in classe che a casa, decisamente».
«I miei figli – aggiunge l’altra donna – sono entusiasti di tornare a scuola. E io pure sono felice perché si stanno perdendo gli anni migliori della loro vita, le esperienze con i compagni. Però ho davvero tanta paura, c’è tanta incertezza e bisogna sparare che tutti mantengano le precauzioni e che non succeda un nuovo patatrac che porti di nuovo alla chiusura delle scuole».