Il presidente a margine di un'iniziativa: «Aprire con qualche giorno di ritardo potrebbe aiutare a un rientro in sicurezza ma tutte le eventuali ordinanze regionali sarebbero facilmente impugnate» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Le scuole riapriranno lunedì 10 gennaio così come stabilito dal Governo che nell’ultimo Consiglio dei ministri ha deciso le nuove regole per la gestione dei casi di positività negli istituti scolastici. Continua però il pressing dei presidi e dei sindaci che chiedono di posticipare la riapertura di almeno 15 giorni considerato l’aumento dei contagi Covid.
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Argomento affrontato anche dal presidente della Calabria Roberto Occhiuto questa mattina a margine di una conferenza stampa nella sede della Giunta a Catanzaro in cui ha ribadito di aver sostenuto l'appello dei governatori che chiedevano rinviare il rientro in classe: «La dad in una regione come la nostra che ha carenze di natura digitale e infrastrutturale è sempre un problema. Mi rendo conto che però aprire la scuola con qualche giorno di ritardo potrebbe aiutare ad un rientro in sicurezza per gli studenti. Per questa ragione anche io ho sostenuto la posizione di tutti i presidenti dei Regione che chiedevano al Governo di differire di una decina di giorni l'apertura delle scuole per poterle poi aprire in sicurezza».
«Il Governo - ha affermato ancora Occhiuto - ha scelto diversamente, io per mio conto ho fatto l'unica cosa che potevo fare, differire di un paio di giorni, perché tutte le ordinanze che i presidenti dovessero fare sulla chiusura delle scuole sarebbero facilmente impugnate dopo i decreti di aprile».
Le Regioni infatti non possono più decidere autonomamente sulla chiusura degli istituti scolastici, a meno che non si sia in presenza di situazioni “di eccezionale e straordinaria necessità” o in zona rossa e arancione. «Quindi - continua - i presidenti di Regione non possono intervenire chiudendo le scuole, possono magari farlo i sindaci e io non mi sto opponendo alle loro richieste che chiedono la mia opinione sull'apertura o chiusura delle scuole, ma non è una competenza che hanno i presidenti delle Regioni. Noi – ha concluso Occhiuto - possiamo fare pressioni sul governo ma su questo tema le pressioni non hanno sortito alcun effetto».