A Rende classi quasi vuote 

di Alessia Principe

Non è stato di certo il rientro che ci si aspettava perché in molti istituti superiori della Calabria le classi sono rimaste quasi vuote. L'effetto dell'ordinanza di Spirlì, che sabato sera, intorno alle otto, ha permesso ai genitori di scegliere se mandare i figli a scuola in presenza oppure no, ha di fatto desertificato le classi.

E se a Rende qualche genitore si dice sereno e ha accompagnato i propri figli regolarmente a scuola, sono in tantissimi ad aver preferito tenerli a casa.

«Dobbiamo ripartire - ha detto il sindaco di Rende Marcello Manna - i genitori devono fare la loro parte e se sanno che la scuola è in sicurezza devono vivere questo momento con più tranquillità, questo è un momento che va affrontato a viso aperto». 

Aule deserte anche a Vibo

di Cristina Iannuzzi

Bus semideserti, così come le aule anche a Vibo Valentia. Alla ripresa della didattica in presenza anche nelle scuole superiori, le famiglie si rendono protagoniste di una ribellione silenziosa al sistema. 

Non si avverte neppure alcuna sicurezza nel sistema di trasporto pubblico: sarebbe impossibile, sostengono diversi genitori, far rispettare le distanze di sicurezza nei rinomati bus pollaio calabresi. Si teme, così, che le scuola – anche alla luce della riconosciuta insofferenza al rispetto delle regole di distanziamento da parte degli adolescenti – possa diventare un luogo di esplosione del contagio da Covid 19.

Così, mentre nelle scuole elementari e medie, malgrado le riserve di una parte delle famiglie, si continua con le lezioni, salvo isolati casi di contagio e conseguenti interruzioni per interventi di sanificazione, nelle superiori il ritorno ad una relativa normalità è remoto.

Metaforica anche la situazione al liceo Vito Capialbi di Vibo, dove stamani sono iniziati i test antigenici su tutto personale scolastico che da domani saranno allargati a tutti gli studenti, ovvero quelli che hanno ripreso le lezioni. Numerose classi vuote, poche altre con una sparuta presenza di ragazzi, pochissime quelle piene.

Una situazione che è fotografata dai numeri forniti dal dirigente scolastico Antonello Scalamandré: «Sono state settecento le richieste delle famiglie affinché si prosegua con la didattica a distanza». Un numero elevatissimo, che spiega plasticamente come le famiglie – sulla ripresa in presenza delle lezioni – siano sostanzialmente spaccate. E spiega anche quanto sarà difficile ritornare alla vera scuola fino a che non si perverrà alla tanto agognata immunità di gregge.

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