Il 20enne di Rho, in provincia di Milano, ha fatto perdere le sue tracce lo scorso 28 ottobre dal Cosentino dove si trovava in visita da alcuni familiari. Le loro accorate parole ai nostri microfoni
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«Ciao zio, esco, vado al mare e torno per cena». Sono le ultime parole di Lorenzo Panerini, 20 anni, di Rho, in provincia di Milano, prima di scomparire nel nulla il pomeriggio del 28 ottobre scorso. Il giovane è scomparso da Fuscaldo, dove era arrivato qualche giorno prima per stare con alcuni famigliari e riprendersi da un periodo reso difficile. Tre anni e mezzo fa, i medici gli avevano diagnosticato il bipolarismo, un disturbo psichiatrico che crea nel paziente instabilità emotiva, alternando fasi ipomaniacali a fasi depressive. In mezzo, ci sono pensieri bui e mancato senso del pericolo. Lorenzo, negli ultimi giorni, stava attraversando proprio uno di questi momenti, che prima l’hanno spinto alla fuga dalla sua abitazione milanese, poi ad azioni avventate anche a Fuscaldo, il paese in cui vivono la nonna e gli zii e che è la sua meta preferita delle vacanze estive.
Un periodo difficile
Lorenzo arriva a Fuscaldo, forse in treno, senza avvisare nessuno, neppure i genitori, che lo cercano disperatamente ma sanno che il figlio, come già accaduto altre volte in passato, si farà vivo. I parenti calabresi lo accolgono, non fanno domande, sanno che Lorenzo attraversa un momento particolare dettato dalla malattia e l’unica cosa che fanno è circondarlo di amore e di affetto. Insieme mangiano, puliscono il giardino con vista sul mare e chiacchierano. «Mi piacerebbe andare a Battipaglia ad assaggiare le mozzarelle, lì sono buonissime», rivela il giovane a uno zio. Sembra procedere tutto per il meglio. Ma domenica 27 ottobre Lorenzo viene ritrovato a vagare nei pressi dei binari della ferrovia dalla Polfer. La circostanza allarma i parenti, che vanno a riprenderlo, ma a casa Lorenzo è tranquillo, sorride, come se nulla fosse accaduto. Poi comincia a lavorare a una cintura e la riempie di chiodi. Per farci cosa? Non è dato saperlo.
Il giorno della scomparsa
Il mattino seguente Lorenzo si sveglia tardi, dice allo zio che andrà a fare un tuffo a mare e che tornerà per cena. Poi esce di casa. In quei minuti nella sua testa accade qualcosa. Prima di dirigersi verso la spiaggia, un lembo di terra nascosto tra cielo e mare, si incammina verso casa della nonna, ripreso da una telecamera. Poi comincia a spogliarsi fino a rimanere nudo, non ha più addosso nemmeno le scarpe, ma stringe tra le mani un laccio – rivelerà poi una testimone – che presumibilmente è la cintura chiodata. Quello che accade dopo rimane un mistero. Un pescatore lo avvista in spiaggia intorno alle 16.30, mentre la cintura viene ritrovata sugli scogli, ma le ricerche delle forze dell’ordine danno esito negativo. Di Lorenzo non c’è più traccia. La Guardia Costiera lo cerca anche in acqua, il timore è che il giovane possa essersi tuffato senza riemergere. Ipotesi plausibile, ma che al momento non deve essere presa in considerazione. «Dal mare non è emerso alcun corpo, quindi noi lo cerchiamo vivo», dice lo zio Giuseppe Suma, con cauto ottimismo. Proprio per questo, l’uomo lancia un appello dai nostri microfoni: «Torna a casa. Non ti preoccupare, vieni qua da me, vieni dallo zio. Resti in Calabria, se vuoi, non c'è nessun problema».
Le cure difficili
Lorenzo Panerini è un ragazzo brillante e appassionato di sport, in particolare di pallanuoto. Ha cominciato a frequentare le palestre all’età di sei anni. Quando torna in vacanza in Calabria fa sempre lunghe nuotate, si spinge al largo, fa le capriole in acqua; il mare è uno di quei pochi posti in cui si sente bene. A 15 anni, manifesta dei disagi, acuiti dalla pandemia e le sue restrizioni, ma i suoi genitori si fanno in quattro per aiutarlo. Dopo una serie di controlli, arriva la diagnosi: Lorenzo è affetto da bipolarismo. Si tratta di una patologia mentale che fa vivere chi ne è affetto come sulle montagne russe. Dai picchi di entusiasmo, iperattività, voglia irrefrenabile di fare, senza tener conto di rischi e pericoli, agli abissi più profondi di angoscia e depressione, talvolta anche nel giro di qualche ora. Tuttavia, la medicina moderna offre terapie efficaci, tant’è che chi ne è affetto riesce a condurre una vita normale. L’unico intoppo è che, spesso, le persone bipolari non si rendono conto di aver bisogno di aiuto e rifiutano le cure o le seguono saltuariamente, compromettendone l’efficacia. Proprio com’è accaduto di recente a Lorenzo. «Ci tengo a dire – precisa lo zio Giuseppe - che i genitori hanno fatto di tutto per farlo curare, ma so che negli ultimi tempi lui non era costante. Essendo maggiorenne può decidere di seguire o meno le cure. Questo è un vero dramma, è una cosa sbagliata, perché è una persona malata, indipendentemente se sia maggiorenne o meno, in qualche maniera va curato. Non dico di obbligarlo, ma deve essere seguito». Magari da qualcuno esterno alla famiglia che lo invogli a prendere le medicine anche quando non ne avrebbe voglia. «Ci sono momenti altalenanti. Lorenzo è un ragazzo splendido, poi nei suoi momenti di buio diventa un altro ragazzo». Come in quel pomeriggio del 28 ottobre scorso, in cui il giovane ha cancellato ogni traccia di sé, lasciando la famiglia nella più totale disperazione.