Intervista al primo cittadino che dopo il provvedimento del Governo difende il suo operato e rivendica gli obiettivi raggiunti. Dito puntato contro la norma che regola il commissariamento dei Comuni: «I sindaci si uniscano contro una legge inquisitrice e antidemocratica»
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Non è un fiume in piena, perché pesa le parole prima di rispondere. Ma l’effetto delle sue dichiarazioni resta dirompente. «Le parentele scomode? Quando mi sono insediato ho chiesto agli organismi dello Stato cosa avrei dovuto fare, ero anche pronto a dimettermi. Loro mi hanno detto: no, vai avanti. L’importante sono gli atti e la trasparenza degli atti. Così ho fatto. Ed eccomi qui». Nino Macrì, sindaco sospeso del Comune di Tropea, non gira attorno alle domande. Intervistato da Pier Paolo Cambareri, in diretta, nel corso della puntata odierna di Dentro la Notizia, risponde ad ogni sollecitazione e non fugge i problemi. Il “cimitero degli orrori”? «L’ho detto in Commissione, e lo ribadisco qui: avrei dovuto accorgermi prima. Ma dopo quella vicenda, che ho vissuto peggio di quella odierna, la mia amministrazione ha sistemato ogni aspetto negativo derivante dall’indagine».
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E allora da dove potrebbe essere scaturito il provvedimento di scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose degli organi elettivi della “Perla del Tirreno”? «Lo vedremo quando verranno notificati gli atti. Ma io ho sempre messo avanti gli interessi della città rispetto a ogni tentativo di condizionamento che con me non ha mai fatto presa».
L’intervista all’esponente politico che rilanciato sul piano internazionale l’immagine della città di Tropea non fa sconti. Ma impatta su dati oggettivi: la stagione turistica allungata, i numeri crescenti in termini di presenze italiane e straniere, un'economia più florida sul territorio, una città più pulita e accogliente con un target turistico (in termini di qualità e potere di spesa) sempre più alto. Risultati che il primo cittadino sospeso rivendica contrapponendoli a ciò che ha trovato al momento del suo insediamento.
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Non mancano i riflessi politici: qualcuno avrebbe anche potuto e dovuto difendere gli interessi del territorio alla luce di quanto sta accadendo. «Ma io non accuso nessuno», dice Macrì, sebbene una piccola “colpa” se la riconosce: «Non avere assunto una posizione netta sulla vicenda di Gianluca Callipo, su cui tutti dovevamo fare rete». Callipo è l’ex sindaco di Pizzo, finito nelle maglie della giustizia e costretto a una ritirata politica nonostante le assoluzioni e un ridimensionamento notevole della sua posizione giudiziaria rispetto alle iniziali accuse. Ecco, dunque, che in Macrì torna l’aspetto battagliero: «I sindaci dovrebbero unirsi e lottare contro questa legge sullo scioglimento che è medievale, antidemocratica, inquisitrice. Servono pochi miglioramenti, a partire da uno che per me è centrale: dare la possibilità del contraddittorio in fase preliminare. Se mi contestano oggi qualche atto di cui io non sono neanche al corrente, bisogna darmi la possibilità di spiegare subito come stanno le cose: magari si scoprirebbe che sono atti mai assunti o superati da altri provvedimenti o chissà cosa. Di sicuro, non è corretto dover subire l’onta dello scioglimento a scatola chiusa e dover attendere mesi per i ricorsi quando ormai la frittata è fatta».
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Nel corso della puntata, anche diversi passaggi sugli obiettivi raggiunti: dalle bandiere blu e verde a riconoscimento del “Borgo dei borghi” e via discorrendo che hanno proiettato Tropea su scala internazionale. Risultati ora offuscati dai provvedimenti assunti dallo Stato ma sui quali, promette Macrì, sarà necessario contrapporsi con gli stessi strumenti della legge.
Puoi rivedere la puntata odierna di Dentro la Notizia su LaC Play.