Il caso dello scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Capistrano, in provincia di Vibo Valentia passa al Consiglio di Stato. L’ex sindaco Marco Martino (sul quale pende un procedimento di incandidabilità) ha infatti annunciato ricorso avverso la sentenza con la quale il Tar del Lazio ha lunedì confermato il commissariamento per mafia dell’ente. Dalla sentenza del Tar emerge intanto che lo scioglimento è stato decretato anche a causa «dell’alterazione della volontà popolare della cittadinanza di Capistrano», tanto che «in tutti i Consigli comunali la minoranza ha votato concordemente alla maggioranza».

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Per il Tar si è in presenza di una «manovra elettorale organizzata nel 2022 dalla disciolta maggioranza per creare artificiosamente due liste elettorali, in apparente competizione tra loro, al solo fine di evitare l’invalidazione dell’elezione in caso di mancato raggiungimento del quorum di partecipazione».

In base al Tribunale amministrativo sono quindi «acclarati i rapporti opachi (al di là del rilievo penale) con soggetti controindicati, divenendo evidente il tentativo di mantenere, con il descritto escamotage giuridico, una parvenza di regolarità nel processo elettorale».