Dava scappellotti ai bambini, li tirava per i capelli, gli infilava il cibo in bocca con la forza e per farsi obbedire minacciava l’arrivo del ‘diavoletto’ che avrebbe fatto del male alla loro mamma o al loro papà. Un comportamento inaccettabile anche per la Corte di Cassazione che ha così confermato la condanna nei confronti di una maestra trentenne calabrese che già dalla Corte di Appello di Catanzaro era stata condannata a due mesi di reclusione per abuso dei mezzi di correzione.

 

Per Roma la responsabilità penale della giovane maestra è irrevocabile, ma per quanto riguarda la sanzione è stato disposto un appello bis perché in quei due mesi di reclusione decisi dal tribunale calabrese si ravvedrebbe una pena superiore al minimo edittale.

 

L’insegnante si accaniva sui bambini soprattutto quando questi si rifiutavano di cantare. Una condotta quotidiana che la maestra pretendeva tutti i giorni dalle 14 alle 16. Troppi i bambini, secondo l’insegnante, 36 in tutto. Ma i piccoli vivevano con inquietudine il clima che si era creato e avevano iniziato a manifestare insonnia, rifiuto di recarsi a scuola e di mangiare. Non a caso la Cassazione ha bocciato la difesa dell’insegnante che ha definito i suoi come ‘metodi rigorosi’, parlando, invece, di "condotte abusive" destinate "a manomettere in primo luogo la personalità morale delle vittime”.

 

Tiziana Bagnato