VIDEO | Le reazioni dopo l'inchiesta Magnifica che ha portato alla luce un radicato sistema di raccomandazioni: «Un danno d'immagine che durerà a lungo»
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Sconvolgimento e indignazione, delusione e amarezza, dispiacere e preoccupazione per un ateneo dove tante sono le alte professionalità e le persone perbene, oltre che le opportunità di valore per i giovani. Continuano a crederlo, qualcuno con più fatica rispetto ad altri, le studentesse e gli studenti dell’università Mediterranea di Reggio Calabria, al centro dell’inchiesta Magnifica, oggi venuti a lezione come sempre, qualcuno di loro ha anche fatto esami. Non vogliono esporsi con un commento al microfono ma raccontano le prime impressioni. Prevalgono lo sconvolgimento, la cautela e, soprattutto, la volontà di capire meglio cosa stia accadendo dentro l’università alla quale hanno affidato il loro futuro e per la quale adesso temono il sopravvento dei soliti e radicati pregiudizi che relegano il Sud sempre dietro e sempre in fondo.
Danno d'immagine devastante
«Siamo preoccupati e indignati. Essere vicini alla laurea e apprendere queste notizie genera dispiacere e sconforto. Ci sarà un danno che avrà una risonanza a lungo termine ma noi sappiamo che in questo ateneo ci sono anche serietà e qualità», dicono alcune studentesse.
Un danno di immagine che impatterà sul lungo periodo perché le presunte condotte illecite rilevate dalla magistratura sono molto gravi. Per qualcuno un fulmine a ciel sereno ma per qualcuno l’affermazione di una giustizia e di una verità su una realtà di cui vi era una chiara percezione.
«Siamo delusi. Forse avremmo potuto immaginare che anche qui ci fosse qualche favoritismo, come del resto anche in altre università, ma vedere indagate oltre cinquanta persone indica un sistema che va oltre ogni previsione o percezione e getta un’onta che non riusciremo a superare tanto presto», dicono un gruppo di studenti. «Abbiamo dato ulteriore motivo di giudicare questo territorio incapace di esprimere eccellenza e di smarcarsi da atavici pregiudizi. Siamo solo all’inizio. Ancora non sappiamo cosa ci aspetta. Speriamo che la giustizia possa restituire in tempi brevi un quadro più definitivo», dicono ancora, prima di entrare a fare lezione.
«Me lo aspettavo e in questo momento sento di avere fiducia, perché finalmente avremo tutti la possibilità di continuare il nostro percorso all’interno di una istituzione libera e limpida, dando onore al merito in un ateneo dove in tanti studiano e lavorano con serietà e onestà, senza cercare scorciatoie, senza chiedere e dispensare favori», dice un’altra studentessa.
Clima di incertezza e cautela
Molti sospendono il giudizio nell’attesa di seguire gli sviluppi, altri restano concentrati sul da farsi, come per esempio sugli esami in programma che, se da sostenere con i docenti adesso indagati, potrebbero subire dei rinvii. Il clima è comprensibilmente anche di grande incertezza.
«Sono rimasta assolutamente stranita e non mi capacito ancora di come le condotte di cui ho letto abbiano potuto essere assunte. Attendiamo il prosieguo dell’iter giudiziario. Dobbiamo confidare in un lavoro serio della magistratura che non solo faccia completa chiarezza su fatti e circostanze ma che agisca anche in tempi celeri, perché i danni di questa vicenda hanno già delle dimensioni preoccupanti e assai compromettenti», dice una docente.
Un terremoto giudiziario che scuote l’intera cittadinanza che manifesta sfiducia verso ogni forma di potere e considera questa indagine una cartina al tornasole di un sistema Paese che non risparmia le Università in cui si dispensano servigi e favori piuttosto che, rispettando le regole, privilegiare il merito e rappresentare onorevolmente l’istituzione all’interno della quale si opera.
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