Sarà la Corte di Cassazione a dirimere la questione squisitamente di diritto sollevata dalla Procura di Catanzaro e scaturita dalla sentenza di condanna di Francesco Talarico, ex assessore al Bilancio della Regione Calabria coinvolto nell'inchiesta Basso Profilo con l'accusa di scambio elettorale politico mafioso. 

Il politico lametino era stato condannato nell'ottobre del 2021 dal gup del Tribunale di Catanzaro a 5 anni di reclusione per il presunto scambio di voti ottenuto nelle elezioni politiche del 2018, nelle quali risultava candidato nel collegio uninominale di Reggio Calabria per la Camera dei Deputati nella lista dell'Udc. Secondo la ricostruzione della Procura, Talarico si sarebbe fatto promettere il sostegno elettorale di Antonio Gallo, imprenditore operante nel settore dell'antinfortunistica, in cambio dell'impegno ad appoggiarlo nell'ottenimento con modalità illecite di appalti per la fornitura di prodotti antifortunistici. Un sostegno che avrebbe ottenuto anche attraverso altri referenti di Reggio Calabria, ovvero Errigo Natale, consulente di Invitalia e - secondo la ricostruzione - legato da rapporti parentali alla cosca Tegano De Stefano di Archi e Antonino Pirello, titolare di una impresa di pulizia, e coinvolto nell'inchiesta della Dda di Reggio denominata Alchemia.

La Procura di Catanzaro ha oggi impugnato la sentenza dinnanzi alla Corte di Cassazione chiedendo l'inasprimento della pena a carico del politico lametino. La questione verte, infatti, sull'inasprimento del reato di scambio elettorale politico mafioso intervenuto nel 2018. Un arco temporale in cui rientrano le contestazioni a carico di Franco Talarico.