L'uomo per due giorni è rimasto incatenati ai cancelli del Comune di Scalea per protestare contro il silenzio dell'ente sul mancato rilascio delle autorizzazione per la riapertura del suo stabilimento balneare
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L'imprenditore balneare Mimmo Sassone, 60 anni il prossimo ottobre, da qualche ora ha interrotto la sua protesta, che lo ha visto per due giorni rimanere incatenato ai cancelli del Comune di Scalea.
L'uomo, nel pomeriggio del 9 giugno scorso, aveva espresso il disappunto per il mancato rilascio delle autorizzazioni di apertura relative al suo stabilimento balneare e con il suo eclatante gesto chiedeva risposte in merito, che nonostante i solleciti nessuno finora gli aveva dato. Ora, invece, l'Ufficio tecnico ha scritto nero su bianco le motivazioni che impediscono il rilascio della documentazione.
I motivi del mancato rilascio delle autorizzazioni
Sassone l'aveva già accennato durante la protesta e ora le sue supposizioni si sono rivelate fondate. «Immagino - ci aveva detto due giorni fa - che il Comune non mi rilasci le autorizzazioni per via dell'opposizione al pagamento delle tasse, avviata qualche mese fa dal mio avvocato». E aveva ragione, perché il Comune stamattina gli ha spiegato, infatti, che se non pagherà i tributi non ci sarà nessuna autorizzazione alla riapertura.
«In questo modo però - ha detto il 59enne - vengono lesi i miei diritti, non è giusto». Sassone si sarebbe opposto al pagamento della tasse perché avrebbe ritenuto le somme esose e decisamente spropositate rispetto a quanto, in realtà, dovrebbe versare nelle casse dell'ente. «Non ho detto che non pagherò, ho semplicemente contestato la cifra e chiedo che sarà un giudice a stabilire chi ha torto o ragione. Ho diritto a difendermi e nessuno, per questo, può impedirmi di lavorare». Ma il Comune, attualmente retto dal commissario Francesco Massidda, non vuole sentire scuse. Si tratta di una presa di posizione che nella prossima stagione estiva potrebbe lasciare a casa 10 famiglie del posto.
Il ricorso al Tar
«Interrompo la protesta perché il mio obiettivo era quello di avere una risposta certa e finalmente è arrivata». Ora la dichiarazione degli uffici comunali finirà dritta nel faldone di un ricorso che l'imprenditore di Scalea presenterà al Tar, il tribunale amministrativo regionale. «Non mi arrendo», ha detto in ultimo Sassone, che ha messo piede per la prima volta a "Il Bilionaire" nel 1963, a soli 3 anni, quando il padre rilevò la licenza e diede vita a una lunga tradizione famigliare che quest'anno potrebbe interrompersi bruscamente.