«L'area su cui giace ormai da più di dieci anni lo scheletro della piscina comunale tornerà nella disponibilità del Comune di Scalea». Con delibera di giunta, l'amministrazione di Scalea, guidata da Giacomo Perrotta, ha dato mandato agli uffici di revocare la concessione dei servizi di gestione stipulata con l'Aias (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici), sezione di Cetraro, nel 2011, quando l'associazione si aggiudicò la gara per l'affidamento dell'area su cui sorge l'impianto sportivo di località "ex Campo Volo". Di conseguenza, la convenzione è da considerarsi decaduta. La struttura fu distrutta soltanto due anni più tardi dal passaggio di una tromba d'aria, che fece accartocciare su sé stessa la struttura metallica della piscina coperta, mettendo fine a agni attività e, contestualmente, dando inizio a una diatriba giudiziaria, ancora in corso, tra l'ex gestore e il Comune.

Lo studio di fattibilità e la diatriba giudiziaria

L'atto di indirizzo della giunta Perrotta, salvo impedimenti burocratici, farà da preludio a uno studio di fattibilità «per far sì che la piscina coperta possa tornare ad essere a disposizione della collettività. Ci siamo trovati di fronte ad una situazione di stallo - è il commento del sindaco Perrotta - verso la quale abbiamo cercato soluzioni che potessero superare il contenzioso aperto ai danni del comune di Scalea per un evento funesto e dannoso. Purtroppo la decisione in primo grado difficilmente si potrà avere nel corso del 2024, e con ogni probabilità la parte soccombente avrà interesse a proporre appello ed eventuale ricorso in Cassazione, prolungando l'iter processuale di una quantità di anni che sommati a quelli già trascorsi lascerebbero una struttura inutilizzabile e un danno d'immagine evidentissimo».

Il sogno sfumato

La concessione del servizio di gestione dell’attuale complesso relativo alla piscina comunale coperta di Scalea aveva la durata di 25 anni, con la finalità di consentire la pratica di attività ricreative e sportive. Il 30 settembre del 2013, però, una tromba d'aria spazzò via la struttura su cui tutta la popolazione nutriva grandi aspettative. «La conseguenza fu da una parte una situazione di abbandono prima e di crescente degrado poi della struttura e dell’intera area, dall’altra una causa civile promossa contro il Comune di Scalea dall’A.I.A.S., che ha chiesto l’accertamento di un presunto inadempimento contrattuale da parte dell’ente, il risarcimento del danno, oltre alla condanna del Comune al ripristino dello stato dei luoghi».

Un lungo iter processuale

Sin da subito il Comune di Scalea si è costituito nella causa ed ha contestato l’intera domanda per insussistenza del danno, tra l’altro, e comunque affermando la "non attribuibilità" al Comune di alcuna responsabilità, in relazione alla ripartizione del rischio recata nel contratto di concessione. «Ad oggi -  ha spiegato ancora il sindaco Perrotta – permane lo stato di trascuratezza dell’impianto e dell’area che reca grave pregiudizio al pubblico decoro, anche per la posizione di visibilità». L'impianto sorge, infatti, a ridosso della strada statale 18. «Sussiste inoltre il concreto interesse pubblico al ripristino della piena fruibilità del bene civico a favore della cittadinanza, che da oltre dieci anni non è funzionante. In più c’è da considerare che per l’amministrazione sussiste specifico obbligo alla piena valorizzazione dei cespiti comunali in funzione del pubblico interesse e che la piscina comunale ricade in area demaniale marittima di proprietà dello Stato in concessione al Comune di Scalea, per la cui occupazione l’Ente corrisponde regolare canone all’Erario, condizione che rafforza la motivazione di pubblico interesse, nell’ottica del razionale utilizzo delle risorse pubbliche, perché si realizzi il pieno sfruttamento della struttura per le finalità di pubblico servizio a beneficio della comunità amministrata».

Presto un nuovo bando

«Per tutti questi motivi - ha concluso il Sindaco di Scalea - non avendo in questi ultimi anni trovato un accordo transattivo percorribile per riattivare la struttura mantenendo la gestione in corso, abbiamo deciso di procedere con la revoca della concessione di gestione del servizio della piscina coperta all'Aias Onlus con conseguente decadenza della convenzione per l’affidamento in gestione e dare indirizzo al Settore Tecnico comunale per la redazione di studio di fattibilità per un intervento di riqualificazione e connessa procedura ad evidenza pubblica per la gestione dell’impianto. La volontà e la necessità comune di riqualificare l'area e riconsegnare al territorio una struttura funzionale ad uso pubblico è un'esigenza collettiva che non può attendere oltre».