Erika Scarfone, studentessa di Scalea, può tornare a pensare al suo futuro in tutta serenità. Dopo settimane di estenuanti battaglie, la giovane ha ottenuto la sospensione dei lavori dell'antenna telefonica che, se installata a pochi passi da casa sua, avrebbe potuto interferire con il suo dispositivo salvavita: un defibrillatore elettronico che i medici le hanno impiantato dopo averle diagnosticato la sindrome di Brugada. Con l'ordinanza sindacale n°20 del 6 luglio 2023, il primo cittadino Giacomo Perrotta ha messo momentaneamente fine alle sue preoccupazioni, in attesa di compiere tutti gli accertamenti del caso.

La svolta dopo un nostro servizio

La famiglia di Erika, preoccupata per le sue sorti, ci aveva contatto qualche giorno fa perché tutti i precedenti tentativi di dialogare con le istituzioni locali erano falliti. Così, abbiamo raccolto il loro grido di aiuto e attraverso le nostre telecamere abbiamo denunciato la situazione paradossale. Erika ha bisogno di sapere con certezza se il campo magnetico generato dalla torre radio potrebbe in qualche modo compromettere il funzionamento del dispositivo elettronico che la salverebbe in caso di arresto cardiaco, ma nessuno sembrava darle ascolto.

Fortunatamente, l'eco mediatica suscitata dal nostro servizio è stata travolgente ed Erika e i suoi cari sono stati travolti da una valanga di messaggi di solidarietà. Tanti cittadini della Riviera dei Cedri hanno garantito il loro supporto nella battaglia e la Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, si è subito messa in contatto con lei. Una manciata di ore più tardi dalla messa in onda del nostro servizio, è intervenuto pubblicamente anche l'assessore all'Ambiente del Comune scaleoto, Davide Manco, il quale ha dato notizia di aver formalizzato la richiesta di condurre ulteriori accertamenti sul caso, precisando che la salute della popolazione è al primo posto nella scala delle priorità dell'ente.

La riunione in Comune

La mattina seguente, in data 6 luglio, i parenti della giovane hanno preso parte a un incontro in municipio, precedentemente accordato, a cui hanno preso presenziato, oltre al sindaco, anche gli ingegneri dell'Arpacal. Erano assenti, invece, i rappresentanti della compagnia telefonica. Proprio in questa occasione, il primo cittadino ha deciso di fermare i lavori d'installazione dell'antenna. Ora, la compagnia telefonica avrà sessanta giorni di tempo per presentare il ricorso, ma la giovane già avverte: «Andremo avanti con le nostre battaglie senza sosta».

Il diritto di vivere

«È stato un passo notevole ma non mi è stato fatto alcun favore. Già prima dell'inchiesta - dice Erika riferendosi ai nostri servizi - loro erano perfettamente a conoscenza della problematica. È stato solo fatto valere un mio diritto, che è quello di vivere. Per questo non mi sento di ringraziare nessuna istituzione», fatta eccezione per Anna Maria Stanganelli, «per la sua estrema disponibilità, correttezza e cordialità».

Erika ha parole di gratitudine e riconoscenza anche per quei tanti cittadini che in queste ore si sono schierati dalla sua parte e si sono detti pronti a supportare la sua battaglia. Ma, dopo l'ordinanza del sindaco Perrotta, Erika può momentaneamente dormire sonni tranquilli. Se poi la compagnia telefonica rinuncerà al ricorso, la vicenda potrà considerarsi definitivamente archiviata.