Dopo il susseguirsi di episodi che hanno scosso la città di Scalea e l'alto Tirreno cosentino, nella giornata di ieri si è tenuto un incontro aperto sulla legalità, per ribadire il "no" della città alle organizzazioni criminali. L'evento si è svolto nella sala consiliare e per l'occasione vi ha preso parte anche la neonata Consulta regionale per la legalità, presieduta da Pietro Molinaro, consigliere regionale e già presidente della commissione consiliare contro il fenomeno della 'ndrangheta, della corruzione e dell'illegalità diffusa. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista Fabrizia Arcuri, che risulta anche tra i cinque esperti nominati nella consulta. Al tavolo dei lavori hanno presenziato anche il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, e Antonello Grosso La Valle, presidente dell'Unpli Cosenza. Si sono registrati anche interventi da parte di alcuni amministratori locali e la testimonianza di Fabio Cifuni, presidente della cooperativa Germano, i cui spazi utilizzati per le attività sono stati spesso presi di mira dai malviventi.

Sottrarre uomini ai criminali

Benché le opinioni siano state molteplici, i partecipanti hanno tutti concordato sul fatto che per arginare il fenomeno dilagante della criminalità, bisogna impedire che si creino situazioni di disagio economico e sociale nelle famiglie. «Bisogna fare rete - ha affermato il presidente Molinaro -. Ci sono strumenti ignorati da famiglie, cittadini, imprese, oppure sono distanti dal territorio. Bisogna fare in modo, per esempio, che le fondazioni antiusura, antiracket, gli organismi di mediazione del credito per il sovraindebitamento possano essere vicini a chiunque ne abbia bisogno. Bisogna fare in modo che ci sia anche una cultura di impresa, una cultura rispetto all'auto imprenditorialità, alle professioni, perché un imprenditore può creare sviluppo, quindi li dobbiamo sostenere, anche con il microcredito o con i fondi comunitari. Per ottenere questi fondi non c'è bisogno di grandi garanzie, spesso sono a tasso zero, sono strumenti che spero giovani e meno giovani attivino per dare una risposta allo sviluppo e all'economia di questi territori e soprattutto per diminuire quella fila potenziale di persone - conclude - che poi viene adescata dalla criminalità organizzata o dalla criminalità comune».

Città unita contro la criminalità

«Scalea non è sola e non lo è mai stata - ha detto il sindaco Giacomo Perrotta -. La delinquenza si nutre della manovalanza, ma se la città sarà unita nel dire "no" a questi fenomeni, la speranza è che questi episodi non avvengano più. Bisogna avere spalle larghe e tanto coraggio».

«L'incontro - ha detto in ultimo la giornalista Fabrizia Arcuri - è stato ricco di contributi da parte dei relatori e di chi ci ha messo la faccia ed è venuto a questo incontro. Si è parlato di presidi di legalità, di corresponsabilità, del supporto che le istituzioni devono garantire ai primi cittadini, ma si è parlato soprattutto di un cambio di rotta culturale che deve necessariamente partire dal basso».