Tavolo tecnico questo pomeriggio in Cittadella. I liquidi sono stati contenuti in piccoli invasi creati nell'alveo del fiume. In pratica grandi pozzanghere di liquami inquinati che ora vengono svuotate. Ma è corsa contro il (mal)tempo: «Se piove rischio di sversamento nel fiume» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Abbiamo convocato questo tavolo tecnico innanzitutto per conoscere ciò che l'impresa sta facendo a seguito della nostra comunicazione con la quale abbiamo intimato di bonificare l'area e poi per comprendere qual è lo stato dell'arte a circa 5-6 giorni dall'evento». Così il dirigente del dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Salvatore Siviglia, spiega le ragioni della convocazione di un tavolo tecnico in Cittadella a seguito dello sversamento di percolato dalla discarica privata di Scala Coeli. Secondo quanto emerso nel corso del tavolo tecnico, la quantità di percolato fuoriuscito dalla discarica ammonta «ad oltre 15mila metri cubi di percolato» come riferito dal dirigente del dipartimento Ambiente. A titolo d'esempio e per fornire una immagine del dato quantitativo, servono sei piscine olimpioniche per contenere 15mila metri cubi d'acqua.
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«Abbiamo avviato questa fase di verifica per avere un cronoprogramma certo che consenta di smaltire il percolato confluito negli affluenti del fiume Nicà. Oggi possiamo dire che la situazione è stata arginata - ha spiegato Siviglia - creando piccoli invasi all'interno dell'alveo per contenere il percolato e abbiamo avviato una procedura di smaltimento attraverso il trasporto in siti autorizzati. Adesso - ha aggiunto - la nostra preoccupazione è legata principalmente alle condizioni metereologiche che, se dovessero divenire avverse, potrebbero compromettere le attività di contenimento attraverso gli invasi e far confluire il percolato in mare».
«Per questa ragione - ha precisato - stiamo avviando una campagna di monitoraggio continua con Arpacal e i tecnici del dipartimento per evitare che ciò avvenga. Il tavolo di oggi è stato convocato, inoltre, per capire le aree effettivamente interessate dall'inquinamento e avviare un piano di bonifica che dovrà avvenire immediatamente dopo la messa in sicurezza dei corsi d'acqua e lo smaltimento del percolato. Si tratta di un volume piuttosto elevato di liquidi che si sono riversati sul territorio» ha aggiunto Siviglia.
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«La nostra preoccupazione è che il percolato, attualmente contenuto in alcune aree create in emergenza, continua ad essere alimentato da acqua di sorgente e quindi la quantità di percolato diminuisca. Tuttavia, vogliamo tranquillizzare la popolazione perché la Regione, unitamente ai sindaci e a tutto il territorio sta lavorando per mettere in sicurezza l'importante sito della vallata del fiume Nicà attraverso azioni concrete e una programmazione con scadenze abbastanza ravvicinate».