Destinatari dei provvedimenti uno dei cinque già accusati di disastro ambientale e un tecnico dell’Agenzia regionale: il primo per l’installazione di una tubatura non autorizzata, l’altro perché avrebbe omesso di segnalare la presenza di percolato fuori norma all’interno della discarica
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Nuovo capitolo dopo il sequestro, per disastro ambientale, della discarica di Scala Coeli. Nella mattinata odierna, Carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro, supportati dai militari del Comando provinciale cc di Cosenza, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare personale con la quale il gip del Tribunale di Castrovillari, su richiesta della Procura ha applicato la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere, per la durata di mesi dodici, nei confronti del direttore dei lavori relativi alla realizzazione del secondo invaso della discarica. Al professionista è provvisoriamente contestato il concorso nel reato di disastro ambientale. Con lo stesso provvedimento, il gip ha applicato la misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un funzionario dell’Arpacal per rifiuto di atti di ufficio.
I reati contestati
In particolare si è ritenuto che il direttore dei lavori avrebbe concorso con altri soggetti (l’amministratore del tempo della società titolare della discarica, i due amministratori della società esecutrice dei lavori relativi all’impianto, l’amministratore della società che ha realizzato l’impermeabilizzazione dell’invaso), nel reato di disastro ambientale, concordando con essi l’installazione di una tubazione, successivamente tombata, con diametro di 60 cm e lunghezza superiore a 60 m, non prevista in progetto né autorizzata dalla Regione Calabria, posta nella parte inferiore dell'invaso e che avrebbe consentito al percolato di fluire all’esterno dell’argine artificiale, omettendone, altresì, la segnalazione agli enti preposti; inoltre, egli avrebbe attestato, con apposito verbale, la corretta realizzazione dei lavori in trattazione, circostanza che non sarebbe corrispondente al vero.
In relazione alla posizione del funzionario Arpacal, si è ritenuto, del pari a livello di gravità indiziaria e salvo le successive verifiche, che questi, nell’esercizio delle funzioni, pur avendo accertato, a seguito di controllo ispettivo effettuato in data 2 gennaio 2023, la presenza di circa 40 cm di percolato sul fondo del secondo invaso, avrebbe omesso di redigere un compiuto verbale ispettivo contenente, in particolare, il riscontro della violazione del provvedimento a.i.a. d.d.g. n. 14284 del 20.11.2019, nella parte in cui si impone al titolare della discarica la completa rimozione del percolato insistente al di sopra del sistema di impermeabilizzazione. Avrebbe inoltre omesso di effettuare le conseguenti comunicazioni alle competenti autorità amministrative e giudiziarie, alle quali era tenuto per legge.