Pietro Rossomanno è finito agli arresti domiciliari accusato della morte di Simona Cavallaro, giovane aggredita e uccisa da un branco di cani
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Si è avvalso della facoltà di non rispondere Pietro Rossomanno, 46enne di Satriano, accusato della morte di Simona Cavallaro, giovane aggredita e uccisa da un branco di cani di proprietà dell'allevatore lo scorso agosto. Nei giorni scorsi il gip del Tribunale di Catanzaro - su richiesta della Procura - aveva convalidato la misura degli arresti domiciliari e oggi Pietro Rossomanno è comparso dinnanzi al giudice ma, assistito dal suo avvocato di fiducia Vincenzo Cicino, ha deciso di non rispondere alle domande.
L'allevatore risponde dei reati di omicidio colposo, di introduzione ed abbandono di animali in fondo altrui, invasione di terreni e pascolo abusivo. Il pomeriggio del 24 agosto, nella pineta di Satriano, Simona Cavallaro si era recata per organizzare un pic-nic, quando avrebbe incontrato un gregge di capre e pecore protetto da dodici cani, che l'avrebbero aggredita. Il decesso della giovane è avvenuto alla presenza di un suo amico, che da subito aveva trovato riparo all’interno di una struttura in legno (chiesetta), riuscendo così a salvarsi.
L’ipotesi accusatoria è che l’allevatore, titolare del gregge di capre e pecore e del branco di cani abbia introdotto e fatto pascolare abusivamente il gregge all’interno dell’area attrezzata per pic-nic di località Monte Fiorino di Satriano, abbia arbitrariamente invaso quel terreno di proprietà del Comune di Satriano, destinandolo a pascolo.