Svolta nelle indagini sul caso della giovane aggredita e uccisa da un branco di cani nella pineta di Satriano, nel Catanzarese, lo scorso 26 agosto. È stato infatti arrestato e posto ai domiciliari Pietro Rossomanno, classe 1976, titolare di un’azienda zootecnia di allevamento di ovini e caprini, per il reato di omicidio colposo.

Quel pomeriggio, nella pineta di Satriano, Simona Cavallaro si era recata per organizzare un pic-nic, quando avrebbe incontrato un gregge di capre e pecore protetto da dodici cani, che l'avrebbero aggredita. Il decesso della giovane è avvenuto alla presenza di un suo amico, che da subito aveva trovato riparo all’interno di una struttura in legno (chiesetta), riuscendo così a salvarsi.

La consulenza autoptica ha infatti attestato che le lesioni e lacerazioni di più parti del corpo della vittima erano riconducibili a un attacco multiplo da parte dei cani e gli accertamenti di laboratorio esperiti dal Ris Carabinieri di Messina sulle “ciocche” di peli prelevate dagli esemplari catturati hanno permesso poi di appurare la presenza di sostanza ematica relativa al profilo genetico della giovane aggredita.

L’ipotesi accusatoria è che l’allevatore, titolare del gregge di capre/pecore e del branco di cani abbia introdotto e fatto pascolare abusivamente il gregge all’interno dell’area attrezzata per pic-nic di località Monte Fiorino di Satriano dal 24 agosto 2021; abbia arbitrariamente invaso quel terreno di proprietà del Comune di Satriano, destinandolo a pascolo, dove peraltro veniva utilizzava una struttura abusiva, per porre al riparo il gregge ed i cani; abbia lasciato pascolare in sua assenza il proprio gregge di capre/pecore con al seguito un branco di cani e abbia omesso di vigilare sul comportamento dei cani a guardia degli ovini e caprini e di richiamarli nel momento in cui gli stessi avevano iniziato a mostrarsi aggressivi con la ragazza, non essendo presente insieme a loro e al suo gregge al pascolo serbando una condotta gravemente imprudente, negligente ed imperita e manifestando totale disinteresse per le basilari norme comportamentali nello svolgimento della propria attività di allevatore oltre che per l’altrui incolumità. Tra le contestazioni figurano infatti anche i reati di introduzione ed abbandono di animali in fondo altrui, invasione di terreni e pascolo abusivo.