Non esistono parole per riuscire a esprimere in maniera compiuta il dolore per la perdita di una figlia. Alfio Cavallaro, padre di Simona, la 20enne sbranata da un branco di cani ieri sera a Satriano, ci ha provato in due post su Facebook, poche ore dopo avere appreso che non potrà più abbracciare sua figlia, guardarla negli occhi, parlarle. Parla di «dolore immenso», proprio perché la sua sofferenza, e quella di mamma Angela, non può essere quantificata, riassunta con frasi e parole.

«Il mio dolore è immenso – scrive – come se avessero esportato metà del mio corpo. Simona, pura come l'acqua di fonte, solare come l'alba e il tramonto, sorridente e scherzosa come una bambina». Le tante foto allegate da Alfio Cavallaro al suo primo post servono, forse, per cristallizzare nel tempo l’immagine di Simona, di quel volto sorridente di giovane donna; per memorizzare per sempre il suo sguardo pensieroso davanti all’obiettivo, mentre posa insieme alla sua famiglia.

«Ti abbiamo desiderata, amata, cresciuta – si sfoga Alfio Cavallaro Non è giusto. Le nostre vite saranno distrutte sapendo che sei andata in cielo Simona mia. Dio non aveva bisogno di un angelo in più. Già tu eri un angelo qui in questa terra». Il dolore immenso, quindi, la tragedia inaspettata, il terrore di affrontare una vita dopo avere perso una figlia. Parole, frasi che non portano nessun sollievo, perché in realtà non esistono parole che possano dare un senso alla morte di tuo figlio.