Un dato è certo: l’inchiesta “Gotha” non si fermerà a quanto sino ad ora emerso. Lo si evince chiaramente dalle parole del pm Giuseppe Lombardo che, nel corso dell’interrogatorio con Alberto Sarra fa intendere di voler andare ben oltre quello che è il livello sino ad ora raggiunto.

 

Come si può ascoltare nell’audio originale, infatti, Lombardo invita più volte l’ex sottosegretario a fare i nomi di coloro che stanno nella “prima fascia” dei soggetti più vicini a Paolo Romeo. Secondo l’accusa, infatti, è lui il vero baricentro politico-criminale della città di Reggio Calabria.

 

Sarra non si tira indietro e fa numerosi nomi, riassunti poi dal pm: «Tra i soggetti di prima fascia, lei inserisce sicuramente Romeo, sicuramente Valentino, sicuramente voglio dire in un certo modo Scopelliti, sicuramente in maniera ancora più subordinata anche Caridi». E poi ancora Umberto Pirilli e Pietro Fuda.

 

Ma l’aspetto più interessante arriva poco più avanti, quando il pm chiede in modo chiaro, se questi personaggi politici sarebbero “esistiti” anche se non vi fosse stato Paolo Romeo. L’opinione di Sarra è chiara e si riflette in un doppio “no”, scandito da un momento di riflessione. Al contrario dello stesso Sarra, la cui carriera – spiega – è stata costruita «sulla mia aorta».

 

 

L’interrogatorio dell’ex sottosegretario, dunque, apre le porte ufficialmente al secondo capitolo di “Mammasantissima”, ormai confluita nel maxi procedimento “Gotha”. Si coglie a piene mani come la Dda di Reggio Calabria stia facendo tutti gli approfondimenti del caso per provare, se non altro, a scoprire tutto quel livello in grado d’interfacciarsi direttamente con Paolo Romeo. Perché, secondo il pm Lombardo, se una persona come l’avvocato, già condannata in via definitiva per concorso esterno, riesce ad avere relazioni di rilievo come quelle documentate, con giudici e sottosegretari alla Giustizia, allora deve esserci una ragione precisa. E forse quella ragione risiede proprio nel contesto in cui è calato Romeo, in quel sistema che la Dda ricostruire come criminale perché con il crimine ha a che fare, quando si rapporta direttamente con le cosche di ‘ndrangheta.

 

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Un groviglio complesso che Alberto Sarra sta aiutando a sciogliere con un contributo importante, dal punto di vista delle dichiarazioni. Del resto, lo stesso pm, davanti all’imputato, non ha mancato di fare un’annotazione precisa: più si alza il livello dei soggetti che hanno a che fare con Romeo, più si abbassa la portata del ruolo di Sarra. Un modo elegante per dire che la Dda ha tutta l’intenzione di proseguire sulla strada tracciata. Nonostante lo stesso Sarra si sia premurato di dire al pm che, a volta, ha la sensazione che «rasenti l’incoscienza». Probabilmente perché una persona che ha fatto parte, anche solo in via indiretta di quel sistema, sa bene che scoperchiare un pentolone del genere significa non sapere fino a che punto ci si potrà spingere e quali palazzi potranno essere “toccati” dalle indagini.

 

Ma questo è un rischio che Lombardo, Cafiero e gli altri magistrati hanno messo in conto già da un pezzo.

 

Consolato Minniti