In una intervista, l’allora presidente della commissione antimafia aveva commentato la scomparsa della governatrice: «Era noto che avesse un tumore grave, ma l'hanno votata lo stesso»
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La Procura di Cosenza si era orientata per l'archiviazione ritendo le parole di Nicola Morra «una critica politica». Per la famiglia di Jole Santelli si trattava invece di «diffamazione aggravata» e il 2 agosto aveva fatto opposizione contro la 'chiusura del caso'. La vicenda era esplosa dopo le parole di Morra, ai tempi presidente della commissione Antimafia. Il politico aveva parlato di una Calabria, definita «irrecuperabile», e soprattutto sulla scomparsa presidente della Regione Jole Santelli: «Era noto che Jole Santelli avesse un tumore grave, ma l'hanno votata lo stesso», aveva sostenuto in una intervista a radio Capital.
Adesso, come si legge nell'ordinanza depositata il 18 novembre presso il Tribunale di Cosenza - visionata dall'Agenzia Dire- il gip ha respinto la richiesta dell'accusa e dato ragione alla tesi sostenuta dall'avvocato Sabrina Rondinelli disponendo pertanto "l'imputazione coatta" per Morra il quale, se dovesse arrivare un rinvio a giudizio, non essendo più parlamentare, rischia ora il processo senza più alcuna immunità. Per il Gip Alfredo Cosenza, «la denuncia-querela presentata dalle persone offese» merita «un più approfondito approfondimento istruttorio». Il magistrato ha quindi disposto che vengano sentiti gli oncologi dell'Ospedale di Paola che avevano in cura la presidente della Calabria.